Dal 4 maggio, dopo il via libera ufficiale del Governo, hanno riaperto gli otto cantieri che erano in corso prima dello stop, deciso il 23 marzo dall’ingegner Marco Soglia, responsabile dell’Ufficio ricostruzione della Diocesi: Villa Varini a San Possidonio, la canonica della parrocchia di Concordia, la canonica e la “casa del campanaro” a Quarantoli, le chiese di Budrione, di San Marino e di Santa Giustina Vigona, più la nuova aula liturgica di Sant’Agata Cibeno, che però esula dall’iter del post sisma.
Recentemente, spiega l’ingegner Soglia, “è stato approvato il progetto della chiesa di Fossa di Concordia, si sono effettuati incontri per definire i contenuti progettuali per San Francesco a Carpi, per la chiesa ed il campanile di Rovereto. Sono stati completati il progetto per la chiesa di Cividale, di San Giacomo Roncole e per il Seminario Vescovile. Sono state, inoltre, bandite le gare d’appalto per la canonica di Mortizzuolo ed il ponteggio per la chiesa di Cividale. La prossima settimana si bandiranno le gare d’appalto per la chiesa e la canonica di Tramuschio e per l’asilo di via Luosi a Mirandola”.
In questa “fase due”, dunque nei prossimi mesi, partiranno alcuni importanti interventi, “quelli riguardanti la chiesa di Fossa – anticipa Soglia -, il cinema Lux a Rovereto, i locali parrocchiali in centro a Concordia, e, come ho già citato, Tramuschio, Mortizzuolo, e l’asilo a Mirandola. Dal punto di vista delle approvazioni sono in arrivo quelle della chiesa e canonica di Gavello, del campanile di Concordia, del campanile del monastero delle Clarisse a Carpi, nonché della chiesa di San Martino Spino”.
Pochi giorni fa l’Ufficio ricostruzione ha incaricato il nuovo gruppo di progettazione per la pieve di Quarantoli e si auspica di sbloccare la situazione di Santa Caterina di Concordia, dove a breve inizieranno alcuni interventi di manutenzione alle opere provvisionali esistenti. “Da qui alla fine del 2020 – conclude Soglia – l’intenzione è di chiudere tutte le progettazioni in sospeso, compresi San Martino Secchia, Migliarina, Novi, Rovereto, San Paolo di Concordia, San Francesco a Carpi, oratorio della Madonnina a Mirandola, e San Possidonio”.
I numeri: 42 beni diocesani recuperati
Alla data del sisma la Diocesi di Carpi aveva 93 immobili inagibili su 128 (73%), di cui 46 chiese inagibili su 51 (90%). Oggi la Diocesi si trova con 51 immobili inagibili su 128 (40%), di cui 31 chiese su 51 (61%). Sono dunque 42 i beni diocesani ad essere stati recuperati finora.
Relativamente ai 51 immobili inagibili:12 immobili (9%), di cui 7 chiese (14%) hanno cantieri in corso, si concluderanno parte nel 2020 e parte nel 2021; 11 immobili (9%), di cui 4 chiese (8%), hanno in corso le gare d’appalto ed il rilascio degli ultimi permessi; 21 immobili (16%), di cui 17 chiese (33%), hanno l’iter progettuale in corso. Per 7 immobili (5%), di cui 3 chiese (6%), non è ancora partito l’iter della ricostruzione.