ROMA 30-04-2011 BEATIFICAZIONE DI PAPA GIOVANNI PAOLO II VEGLIA DI PREGHIERA AL CIRCO MASSIMO PH: CRISTIAN GENNARI

Il 14 maggio una giornata di preghiera e digiuno per invocare la fine della pandemia

L’Alto Comitato per la Fratellanza Umana propone di celebrare giovedì 14 maggio una Giornata mondiale di preghiera, digiuno e opere di carità “per rispondere insieme a questa chiamata, invocando Dio Onnipotente per salvare il mondo, aiutandoci a superare la pandemia, per restituire sicurezza, stabilità, salute e prosperità cosicché, cessata questa crisi pandemica, la nostra Terra possa essere meglio di prima un posto accogliente per l’umanità e la fratellanza umana”.

“Il nostro mondo si trova di fronte a un grande pericolo che minaccia le vite di milioni di persone a causa della diffusione della pandemia del coronavirus (COVID-19)”, ricorda l’Alto Comitato per la Fratellanza Umana che nel riaffermare “il ruolo della medicina e della ricerca scientifica nel combattere la pandemia”, chiede di non “dimenticare di cercare rifugio in Dio di fronte a questa grave crisi”. Di qui l’invito rivolto a “tutti i popoli del mondo a pregare ciascuno secondo le proprie convinzioni religiose, osservare il digiuno e compiere opere buone, per far cessare la pandemia”. “Ciascuno di noi, dovunque si trovi, e secondo gli insegnamenti delle rispettive tradizioni di fede e filosofie – è l’esortazione – cerchi l’aiuto divino per il soccorso nostro e del mondo intero da questa catastrofe, per ispirare gli scienziati nel trovare una cura per il virus e salvare il mondo intero dalle ripercussioni di questa grave pandemia nei campi della salute, dell’economia e sull’umanità”.

Anche il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso “invita i credenti di tutte le religioni e le persone di buona volontà” ad unirsi spiritualmente a questa Giornata di preghiera e digiuno e opere di carità. L’appuntamento, ricorda il dicastero vaticano, “non prevede alcuna manifestazione comune pubblica, com’è comprensibile per prevenire i rischi di contagio, ma sarà vissuta da ciascuno nella propria interiorità, ponendosi dinanzi a Dio e alla propria coscienza”.