Un bambino che ha subito violenza

Mons. Staglianò: tutelare i bambini è vocazione alta del Vangelo

“Mi piaccion le fiabe raccontane altre”, è il finale della canzone di Francesco Guccini: Il Vecchio e il bambino. Quante volte l’abbiamo cantata e ci siamo fatti trasportare dall’incanto della fiaba: siamo tutti figli e tutti siamo stati presi per mano per andare insieme “incontro alla sera”. Abbiamo un debito umano nei confronti dei nostri genitori, dei nostri avi. Eppure i bambini sono la gioia grande degli adulti. La loro presenza li realizza e li fa crescere in una vita sensata. Fatta di esperienza di cura, di vicinanza e di prossimità verso i più piccoli. Questo dice che non si può camminare da soli. Quando si è soli, si sbaglia molte volte strada e si cade nel pericolo che incombe per le persone deboli e fragili.

La vita è un racconto da vivere insieme, e i sogni animati di un bimbo crescono guardando alla vita di un vecchio.  Le due categorie, potremmo dire, le più fragili, le più dimenticate, le più bistrattate e scartate dalla società distratta ed efficientista, perché deboli e sfruttati. Perciò, salvare e aiutare i deboli, i piccoli, i poveri è vocazione alta, grande per tutti. È per noi, cristiani, un mandato del Vangelo. Non possiamo esimerci da questo impegno che può generare una vita bella e buona.

Chi salva un bambino salva il mondo intero. Sia questo un invito alla consapevolezza e alla responsabilità, a far crescere l’empatia verso i bambini che porti all’impegno nel tutelare i piccoli. Essi sono i prediletti del Signore, ma purtroppo anche gli scartati delle società dell’ipermercato, orientate all’edonismo e allo sfruttamento di tutti. Così, la gente sembra non indignarsi più per tanta barbarie perpetrata verso i piccoli. Noi stessi non ci indigniamo sufficientemente, restiamo indifferenti a ciò che può capitare ai bambini. Non riusciamo a vedere e neanche a sentire le loro voci di aiuto, nell’impercettibilità della nostra distrazione: ognuno è, spesso, troppo preso da sé stesso; non riusciamo a vedere chi fa del male ai piccoli.

In 24 anni, la Giornata bambini vittime della violenza della indifferenza, dello sfruttamento contro la pedofilia e la pedopornografia ce lo ricorda e ci spinge ad un impegno permanente, ogni giorno e non solo nell’emergenza devastante raccontata dalla cronaca.

La Chiesa, e la nostra comunità diocesana di Noto, è dalla parte dei prediletti del Signore. È un mandato del Signore e un impegno di tutti. In questo tempo di pandemia, i bambini soffrono più degli altri le condizioni restrittive imposte per contrastare il contagio. Un pensiero e una benedizione soprattutto per loro e un grazie a Meter che da 24 anni si fa promotrice di questa memoria.