“Nulla sarà come prima per tutte le realtà del Terzo settore e particolarmente quelle afferenti al mondo ecclesiale. Già in queste settimane abbiamo registrato gravi difficoltà nel sostenere gli oneri economici di queste imprese (scuole paritarie, case di riposo, cooperative sociali …), soprattutto nei confronti di coloro che vi lavorano…Non solo i prossimi mesi, ma il loro stesso futuro, rischia di essere pregiudicato”.
Condividendo la preoccupazione espressa dalla Conferenza Episcopale Italiana anche le scuole paritarie presenti nella diocesi di Carpi si interrogano sulla situazione che si sta prospettando a seguito dell’emergenza coronavirus. Numeri importanti per le paritarie d’ispirazione cristiana: sono 15, 14 scuole d’infanzia, due primarie, una secondaria di primo grado e un istituto di formazione professionale. Nell’anno scolastico 2019-2020, gli iscritti sono in totale circa 1500.
“Abbiamo spese vive – afferma don Ivano Zanoni, parroco di Novi e rappresentante della Diocesi di Carpi nel direttivo provinciale Fism (Federazione Italiana Scuole Materne) -, le utenze sono da pagare, così come le dipendenti. Per
loro ci si può avvalere della cassa in deroga, ma questa non potrà durare più di alcune settimane”. Presso la Fism, spiega, “a livello nazionale, si è parlato di ridurre le rette. In ambito provinciale, la decisione è stata lasciata alla discrezione dei gestori delle scuole”. Insieme al Consiglio dei genitori, la scuola dell’infanzia parrocchiale di Novi, ha deciso di condonare le rette per il tempo in cui la scuola sarà chiusa. Di tali rette si farà carico la parrocchia. Una scelta in cui si sono trovatid’accordo anche i rappresentanti di altre materne paritarie nella Diocesi.
Come sottolinea Claudio Cavazzuti, dirigente dell’Istituto Sacro Cuore di Carpi e vicepresidente del direttivo provinciale Fism “le paritarie, riconosciute come tali dallo Stato, espletano un servizio pubblico, costituendo insieme alle scuole statali il Sistema Scolastico Nazionale e fornendo alle famiglie una possibilità di scelta, tramite la quale esercitare il diritto di libertà educativa per i loro figli”. “L’ideale – risponde il dirigente – sarebbe l’individuazione di un costo standard per studente che le famiglie, liberamente, potrebbero decidere di utilizzare in una buona scuola statale o in una buona scuola paritaria. Oppure un fondo straordinario destinato alle realtà paritarie o forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette, alle famiglie”.