(Foto Siciliani-Gennari/CEI)

Brevi note della Segreteria Generale (6-12 aprile 2020)

“Non è questo il tempo dell’indifferenza, perché tutto il mondo sta soffrendo e deve ritrovarsi unito nell’affrontare la pandemia… anche riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci dei Paesi più poveri. Non è questo il tempo degli egoismi, perché la sfida che stiamo affrontando ci accomuna tutti e non fa differenza di persone… Non è questo il tempo delle divisioni: Cristo nostra pace illumini quanti hanno responsabilità nei conflitti, perché abbiano il coraggio di aderire all’appello per un cessate il fuoco globale e immediato… Non è questo il tempo della dimenticanza: la crisi che stiamo affrontando non ci faccia dimenticare tante altre emergenze che portano con sé i patimenti di molte persone”.

Il Messaggio Urbi et orbi offerto da Papa Francesco a Pasqua muove dall’emergenza in corso, per annunciare subito “un altro ‘contagio’, che si trasmette da cuore a cuore perché ogni cuore umano attende questa Buona Notizia. È il contagio della speranza: «Cristo, mia speranza, è risorto!»”.

Per rendere concreta tale speranza, il Santo Padre chiama ciascuno a responsabilità, dopo aver ricordato nella Veglia pasquale che il Risorto chiede di ripartire dalla vita quotidiana, dalla famiglia, dal lavoro, dai luoghi della memoria; da quella Galilea delle genti che è la regione più lontana: “E non solo geograficamente: la Galilea era il luogo più distante dalla sacralità della Città santa”.

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Sono innumerevoli e contrassegnate dalla generosità di molta gente le forme di prossimità spirituali e materiali con cui le Diocesi stanno affrontando le conseguenze della pandemia.

Molti interventi stanno riguardando anche l’utilizzo di strutture edilizie, proprie o altrui, destinate principalmente a tre categorie di soggetti: medici, infermieri, persone in quarantena, senza dimora.

Al 10 aprile sono 41 le Diocesi (in 13 Regioni Ecclesiastiche) ad aver comunicato di aver messo a disposizione della Protezione civile e del Sistema Sanitario Nazionale 59 strutture per oltre 1.300 posti.

Sono poi 27 le Diocesi (in 11 Regioni Ecclesiastiche) ad aver comunicato di aver impegnato 37 strutture per oltre 800 posti nell’accoglienza di persone in quarantena o dimesse dagli ospedali.

Infine, 37 Diocesi (in 14 Regioni Ecclesiastiche) hanno comunicato di aver messo a disposizione 55 strutture per oltre 1.000 posti per l’accoglienza aggiuntiva di persone senza dimora, oltre all’ospitalità residenziale ordinaria, che tiene conto delle misure di sicurezza indicate dai Decreti del Governo.

(In allegato, una mappa aggiornata a venerdì 10 aprile di questa “geografia della carità”)

(vedi allegato)