Da questa Chiesa Cattedrale che è madre di tutte le Chiese esistenti nella nostra Diocesi, Vi giunga un caro saluto e un abbraccio in Cristo Gesù da parte del Vostro Vescovo.
Celebriamo la Messa del Giovedì Santo ma, per le note disposizioni della Santa Sede non vi sarà il rito della lavanda dei piedi, né la processione della SS.ma Eucaristica la quale, però, a fine Messa verrà reposta nel Tabernacolo per l’adorazione individuale.
Con questa celebrazione inizia il Triduo pasquale che ci porterà, attraverso i riti del Venerdì Santo e del Sabato Santo, a celebrare il giorno Santissimo della Pasqua di Resurrezione.
In questo Giovedì Santo, noi ricordiamo e partecipiamo ad alcuni “segni” che Cristo ci ha lasciato come in eredità e che costituiscono l’essenza della vita della Chiesa e di ogni discepolo del Maestro Divino.
- Innanzi tutto, l’istituzione dell’Eucarestia, che è la sua presenza sacramentale.
Incominciando a morire per noi, Gesù non vuole andarsene lontano da noi. Egli accetta la sofferenza e la morte, ma non vuole abbandonare i suoi cari, vicini e lontani. I tralci senza la vite non possono dare frutto, ma neppure la vite senza i tralci, sono necessari gli uni e gli altri reciprocamente. Per questo Gesù, nell’ultima Cena ha istituito l’Eucarestia. L’Eucarestia è un’invenzione nello stile di Dio, nello stile, cioè, di un amore divino che ci ama “fino in fondo”; è l’invenzione di un “Amico”, che vuole rimanere vivo e presente per tutti noi; presente nella pienezza della sua umanità e divinità a tutte le generazioni fino alla fine del mondo.
- Il comandamento dell’Amore.
Gesù ci comanda: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato Voi.
Amatevi donando la vostra vita agli altri, servendo e lavando i piedi dei più poveri e abbandonati, come ho fatto io lavando i vostri piedi. Infatti, io non sono venuto per essere servito, ma per servire.
- Istituzione del sacerdozio.
Ma chi continuerà la sua missione? Gesù l’affida ai suoi Apostoli, i quali la trasmetteranno a tutti coloro che Gesù chiamerà ad essere suoi sacerdoti. Fate questo in memoria di me. Gli Apostoli e tutti i ministri ordinati sacerdoti, riceveranno e trasmetteranno tale potere, ripeteranno ogni giorno come stiamo facendo noi in questo momento: Questo è il mo corpo, questo è il mio sangue. E’ la verità della presenza sacramentale di Gesù, che si rinnoverà sempre in ogni angolo della terra, fino alla fine dei tempi.
Cari Amici, in questo momento difficile che tutti stiamo vivendo, noi confessiamo che Gesù è vivo e presente in mezzo a noi. Egli ci infonde fiducia e speranza nella certezza che la nostra vita è nelle mani di un Padre e di un Amico che ci ama.
Il Signore Vi benedica e ‘A Maronna V’accumpagna!