Card. Sepe: grazie al Signore e a tutta la comunità

Card. Sepe: grazie al Signore e a tutta la comunità

Carissimi, sono lieto che avete accettato l’invito a condividere la partecipazione a questa celebrazione Eucaristica.

Un saluto cordiale al Sindaco, al Presidente della Regione, al Prefetto, alle Autorità civili e militari, a tutti voi qui convenuti.

Ringrazio le emittenti televisive TV2000 e Canale 21 che, con grande sensibilità e generosità, ci permettono di entrare nelle case di quanti, nel rispetto delle regole poste a tutela della sicurezza interpersonale, non hanno trovato posto in questa meravigliosa Assemblea pubblica.

Perché siamo qui? Perché, come Chiesa di Napoli, si è deciso di celebrare una Santa Messa per ringraziare Dio e tutta la comunità cittadina e regionale.

Abbiamo ascoltato nel Vangelo il racconto della parabola del buon Samaritano: è l’icona di Cristo e, perciò, di ogni suo discepolo, che si fa amore al prossimo donando se stesso per curarlo e sollevarlo dalla sua indigenza.

Con questo spirito abbiamo voluto che questa celebrazione liturgica diventasse un grande evento di comunione e di Città, a prescindere dal credo religioso, perché espressione di un corale bisogno di fermarci a riflettere sul drammatico vissuto di questi ultimi mesi, per andare oltre la dimensione umana, assolutamente limitata ed effimera, e rivolgere al Soprannaturale il nostro pensiero di sollievo e riconoscenza.

Ecco! Vogliamo dire Semplicemente Grazie! E, da credenti, lo diciamo a Dio Padre che, pur in presenza di sofferenze e decessi da Covid-19, non ha mancato di manifestare il suo infinito amore misericordioso a noi di Napoli e della Campania.

Grazie di cuore vogliamo dire anche a chi è stato in prima linea e cioè ai medici, agli infermieri, a tutto il personale e  ai dirigenti delle Aziende Ospedaliere. Tutti, di fronte a un virus sconosciuto, infame e anche letale, si sono prodigati con abnegazione, sostituendosi anche ai parenti dei degenti ed esponendosi, in centinaia di casi, sino al sacrificio della propria vita.

Parimenti, sento di ringraziare i medici di famiglia e il personale e i dirigenti delle Aziende Sanitarie Locali e dei Laboratori, nonché i tanti Volontari che hanno fatto un lavoro poco evidente ma altrettanto prezioso e meritorio.

Mi sia consentito di ringraziare anche i Cappellani ospedalieri e tutti gli altri miei sacerdoti, che, pur in mancanza di cerimonie religiose per la chiusura delle chiese, hanno fatto sentire vicinanza e sostegno alle persone e alle famiglie.

Ringrazio ancora il personale e i dirigenti della Croce Rossa e della Protezione Civile, nonché tutti i Responsabili delle Istituzioni Pubbliche, i quali, superando ogni perplessità e dubbio dovuti all’improvviso cambiamento di tutta la realtà sanitaria, economica e sociale, hanno saputo decidere con fermezza, adottando misure di salvaguardia della salute di tutti, di aiuto finanziario, diretto o indiretto, destinando cospicue risorse al potenziamento del settore sanitario.

Un sentito ringraziamento rivolgo, infine, all’intera comunità: alle madri e ai padri di famiglia, agli anziani, ai disoccupati, ai lavoratori e alle lavoratrici, agli imprenditori, ai commercianti, agli artigiani, agli albergatori e ai ristoratori, ai docenti, agli studenti, ai dirigenti scolastici per la forza morale con la quale hanno affrontato e accettato sacrifici e rinunce fino ad arrivare a forme di nuova povertà.

Abbiamo vissuto insieme giornate di tremenda paura, di dolore e di lutto, di grave incertezza per il futuro. All’improvviso ci siamo trovati soli e indifesi, senza la possibilità di relazionarci, di stringerci la mano, di scambiarci gesti di tenerezza e di affetto. Abbiamo visto cambiate improvvisamente le nostre abitudini. Tanti hanno perduto il lavoro, già precario.

Negozi chiusi. Strade deserte. Ci siamo ritrovati in un altro mondo. Abbiamo scoperto il valore della comunicazione telematica che ci è servita molto per farci stare vicini ma da remoto e per i necessari scambi culturali, commerciali e societari.

Ancora una volta la risposta composta, seria e rispettosa delle regole non è affatto mancata da parte dei napoletani. Al buon Dio e a questo responsabile comportamento dobbiamo se i danni non sono stati ben più importanti e insopportabili.

Tanti hanno trovato o ritrovato il gusto della preghiera e della partecipazione alla Santa Messa celebrata attraverso i diversi mezzi di comunicazione.

Ora non ancora è il momento di gioire, ma certamente è un momento di sollievo e di speranza, con tanta voglia di fare, con tanto entusiasmo per la ripresa, con molto coraggio per riprendere il cammino interrotto.

E’ una vera sfida quella che sta davanti a noi, ma la potremo vincere se sapremo continuare ad agire con responsabilità civica, nel rispetto delle regole e sapremo fare rete.

Lo stare insieme questa sera nel nome del Signore è di grande conforto e di buon auspicio. Lo facciamo nel ricordo commosso di quanti ci hanno lasciato in questi tragici mesi. Ci resta l’emozione forte di quelle bare trasferite pietosamente ma in modo anonimo dagli ospedali ai cimiteri. Ci resta l’immagine delle croci, segno di sofferenza e di dolore, che ci riportano alla crocifissione di Cristo, alla quale fece seguito la risurrezione.

Ecco, vogliamo che quelle morti e quelle croci ci diano la forza di guardare avanti, verso il domani e il futuro. Per Crucem ad Lucem. L’esempio viene da Cristo che ha aperto le porte della speranza per l’umanità condannata.

Napoli e la Campania hanno tremato davanti al nemico imprevisto ma hanno saputo superare una difficile e imprevedibile prova. Ora vogliono rialzarsi per progredire. E’ questo l’impegno che assumiamo tutti questa sera, anche in nome di chi non è fisicamente presente.

Affidiamo a Maria Santissima, nostra Regina e Madre della Speranza, questi nostri desideri e auspici.

Dio vi benedica e ‘A Maronna v’accumpagna!