Celebrazioni con il popolo: le indicazioni di mons. Pavanello

Celebrazioni con il popolo: le indicazioni di mons. Pavanello

Carissimi, in vista della ripresa delle celebrazioni con il popolo, accompagno con alcuni orientamenti di carattere pastorale, il vademecum preparato dal gruppo di lavoro costituito con alcuni preti e laici esperti nel settore della sicurezza, che dà
indicazione per l’attuazione delle precauzioni igienico-sanitarie previste dal protocollo del 7 maggio scorso.
Vorrei innanzitutto dirvi che comprendo la Vostra fatica (e forse anche il Vostro sconcerto) di fronte ad un insieme di disposizioni che inevitabilmente renderanno le nostre celebrazioni molto diverse da come eravamo abituati fino alla fine dello scorso mese di febbraio. Questo è quanto è possibile fare in questa fase dell’emergenza sanitaria: incamminiamoci insieme con fiducia, pensando che è un primo passo verso il ritorno alla normalità, speriamo il prima possibile.
Sforziamoci di seguire con cura e attenzione le indicazioni date: ricordiamoci che è in gioco la salute dei nostri fratelli e sorelle e che, mai come in questo momento, siamo chiamati a dare esempio di responsabilità e di comunione.
1. Una prima considerazione riguarda proprio il fatto che riprenderemo a celebrare con la partecipazione dei fedeli in una situazione fortemente condizionata dalle precauzioni igienico-sanitarie. Avere un numero chiuso di fedeli da rispettare, dover distanziare i fedeli, trovarsi di fronte a un’assemblea senza poter vedere i volti in parte nascosti della mascherina,
ha conseguenze molto forti sulla stessa azione liturgica e sulle sue dinamiche. Tenerne conto è importante per non rischiare di perdere alcune dimensioni fondamentali che saranno preziose quando potremo tornare a celebrare senza i condizionamenti imposti dall’epidemia da covid-19.
2. Un secondo elemento su cui riflettere è la gradualità con cui torneremo alla normalità: quello che ci aspetta dal 18 maggio è un primo passo, peraltro molto limitato, a cui speriamo possano seguirne presto altri. Per questo dobbiamo mettere in conto che probabilmente non potremo offrire la possibilità di partecipare alla celebrazione a tutti i fedeli che lo
chiederanno e tantomeno potremo assicurare un ritorno alle consuetudini e agli orari precedenti all’epidemia. Oltre al numero limitato di posti nelle chiese, va tenuto conto della possibilità di avere un numero adeguato di volontari per
la pulizia delle chiesa prima di ogni celebrazione, per il controllo dell’accesso e dell’uscita e per indirizzare i fedeli nei vari momenti della celebrazione. Pertanto non dobbiamo pretendere di poter arrivare a tutti, magari moltiplicando le celebrazioni: ci sono problemi oggettivi con cui fare i conti, non solo i nostri limiti dovuti alle forze e all’età, ma anche
la disponibilità dei collaboratori/volontari necessari per svolgere le celebrazioni in sicurezza. E’ necessario che spieghiamo alla nostra gente che ci sono dei limiti che non dipendono da noi e che tutti dobbiamo esercitare molta pazienza di fronte a questa situazione inedita in cui potrà capitare di non trovare posto in chiesa. La prima domenica (e forse anche in
quelle seguenti) è inevitabile ci siano dei contrattempi e delle difficoltà: accettiamoli come abbiamo accolto i tanti disagi di questi ultimi mesi. Sarà anche questo un sacrificio da offrire al Signore.
3. Proprio per le difficoltà sopraindicate, ritengo opportuno che nelle unità pastorali si concentrino le celebrazioni nelle chiese più ampie, in modo da rendere possibile la partecipazione all’eucaristia al maggior numero possibile di persone. Per eventuali eccezioni, che dovranno essere adeguatamente motivate, occorrerà l’autorizzazione del Vescovo. E’ ora
di mettere da parte i campanilismi e di unirsi insieme aiutandosi a vicenda. In una fase successiva ci sarà modo di provvedere con qualche celebrazione anche nelle comunità più piccole.
4. Qualora dopo l’esperienza delle prime domeniche, si constati che molte persone rimangono escluse dalla possibilità di partecipare all’eucaristia, si potrà cercare un modo per effettuare un turno (tramite prenotazione o altro sistema), in modo che tutti possano partecipare alla messa almeno a domeniche alterne.
5. Per quanti non possono, per motivi di salute (penso anche a chi è maggiormente esposto al rischio del contagio come gli anziani o coloro che soffrono di qualche patologia) come pure per il numero limitato di posti disponibili, partecipare all’eucaristia domenicale, è bene ricordare che in caso di impossibilità fisica o morale si santifica il Giorno del Signore
anche in altro modo: con la preghiera personale (e possibilmente la lettura e la meditazione della Parola di Dio proposta dalla liturgia domenicale), con la preghiera in famiglia, seguendo la messa attraverso la radio, la Tv e internet.

Confido che, camminando insieme ed aiutandoci a vicenda a mantenere comportamenti e prassi uniformi, potremo superare anche questo passaggio impegnativo. Non dimentichiamoci che il Signore ci conduce anche attraverso questa situazione inimmaginabile ad una rinnovata fecondità evangelica.

Scarica qui il vademecum per la ripresa delle celebrazioni con il popolo dal 18 maggio 2020