CITTA' DEL VATICANO 31-05-2007 FEDELI IN PREGHIERA DURANTE LA RECITA DEL ROSARIO NELLA GROTTA DI LOURDES ALL ' INTERNO DEI GIARDINI VATICANI

Chieti. Mons. Forte: affrontiamo la prova con fede, fiducia e fedeltà

La lettera di mons. Bruno Forte “ai fedeli dell’Arcidiocesi di Chieti – Vasto e a quanti vorranno unirsi a noi nella riflessione e nella preghiera”. 


Scrivo a Te, mio popolo, a me affidato dal Signore, e a quanti vorranno unirsi a noi nella riflessione in questo tempo flagellato dalla minaccia del Coronavirus. Lo faccio con cuore di fratello e di padre, perché vorrei che nessuno si sentisse solo o peggio ancora abbandonato dagli altri e da Dio. Scrivo pensando ai tanti volti che incontro, che conosco e porto nella preghiera e nel cuore, e anche a quelli che non avessi mai incontrato, perché ciascuno è degno di attenzione e di amore, di rispetto e di vicinanza partecipe.

Mi rivolgo anzitutto a chi è stato contagiato dal male: gli dico una parola di sincera speranza, perché tanti hanno già superato la prova, e gli assicuro la preghiera più fervida perché presto possa tornare sano alla sua vita quotidiana e ai suoi affetti. Una vicinanza speciale la esprimo a quanti a causa di questo male hanno perso i loro cari, rapiti in maniera così imprevista e veloce: il Signore dia l’eterno riposo ai morti e ai loro cari la fiduciosa speranza della loro vicinanza nella comunione dei santi fino all’ora del trionfo della vita, che vincerà la morte per sempre.

Mi rivolgo poi a tutti noi, accomunati dalla necessità di un improvviso cambiamento di stili di vita, sotto il peso di una paura diffusa, con la percezione di essere come indifesi davanti a questo nemico impalpabile e così minaccioso. Capisco che non è facile per nessuno vincere del tutto la paura, per sé e per coloro che amiamo: è bene tuttavia riconoscere che le misure adottate e i sacrifici richiesti vanno nella direzione giusta perché il contagio non si propaghi. Rinunciare agli impegni quotidiani, essere privati di quei momenti di socializzazione che rendono gradevole la vita, sentirsi costretti a restare in casa, in quelli che alcuni avvertono come una prigionia non voluta, è certo pesante per tutti. Alcune considerazioni devono però aiutarci.

Risplende anzitutto l’esempio dei grandi sacrifici che stanno facendo medici, infermieri e operatori sanitari: una parola di gratitudine e di ammirazione vada a ognuno di loro. Affidiamo al Signore coloro che in questa corsa di generosità hanno offerto perfino la propria vita e chiediamogli di proteggere gli altri e di custodirli nella salute e nella meravigliosa donazione che stanno vivendo. Grazie a tutto il personale medico e alla macchina della nostra Sanità, attiva ed efficiente!

Grazie anche a chi ha responsabilità di governo, trovatosi a fronteggiare un’emergenza di portata mai vista in tempi recenti: se qualche ritardo può esserci stato, esso va compreso proprio a partire dall’inaudito che sta avvenendo. In generale, va riconosciuto lo sforzo delle istituzioni di essere all’altezza della sfida e di fornire al Paese e a ciascuno dei suoi cittadini il massimo di sicurezza, di assistenza e di collaborazione.

Un grazie desidero esprimere anche ai sacerdoti, religiosi e diocesani, dai cappellani ospedalieri ai parroci, a ogni singolo presbitero, che generosamente si stanno prodigando per non far mancare l’assistenza spirituale agli ammalati, per confortare le famiglie provate e accompagnare i parenti delle vittime. Il pane eucaristico portato agli infermi, la celebrazione dei sacramenti del perdono e dell’unzione, la preghiera esequiale vissuta in spazi all’aperto, sono grazia profusa a piene mani. Il Signore vi custodisca e protegga uno per uno e faccia scaturire da tanta fede e carità vissuta copiose grazie e benedizioni.

In quest’ora non facile per tutti, occorre che ognuno si attenga scrupolosamente alle misure che ci sono state richieste, dal decalogo iniziale di precauzioni da prendere, alle misure giustamente e necessariamente più restrittive prese via via, fino al blocco della vita sociale ed economica del Paese e all’imperativo indispensabile del “restate a casa!”. Prendere alla leggera queste esigenze sarebbe grave irresponsabilità non solo verso gli altri, ma anche verso sé stessi e le persone care a ciascuno.

Un’esortazione rivolgo ai giovani: per loro il sacrificio di restare in casa è più grande, data l’esuberanza di energia e di vita che li caratterizza. Si tratta però di un atto d’amore da compiere verso gli anziani di casa come verso i genitori e gli altri componenti della famiglia. Peraltro, quanto sta avvenendo rappresenta anche un’opportunità di riscoprire i legami che ci uniscono, di condividere momenti di dialogo e di distensione in famiglia, di dedicare più tempo allo studio, alla lettura e alla preghiera. Sentitevi amati sempre da Dio, cari giovani, chiamati a una prova di maturità e di responsabilità per il bene vostro e di tutti.

Invito a offrire i sacrifici che stiamo vivendo come parte del cammino penitenziale di questa Quaresima, perché possiamo prepararci anche così, da singoli e insieme, alla Pasqua di resurrezione e di vita nuova. Raccomando a ognuno di seguire l’esempio di grandi santi che in tempo di calamità e di pestilenze hanno invocato incessantemente da Dio con la preghiera la liberazione dal male: lo fece San Gregorio Magro in occasione della peste di Roma del 590; lo fece San Carlo Borromeo durante la terribile peste di Milano del 1576.

Facciamolo anche noi oggi con fede e con fedeltà, sapendo che il Dio di ogni bontà e misericordia non abbandonerà chi con cuore umile e fiducioso si affida a Lui. Ancora una volta Vi propongo di pregare con me con queste parole: Signore Gesù, Salvatore del mondo, speranza che non ci deluderà mai, abbi pietà di noi e liberaci da ogni male! Ti preghiamo di vincere il flagello di questo virus, che si va diffondendo, di guarire gli infermi, di preservare i sani, di sostenere chi opera per la salute di tutti. Mostraci il Tuo Volto di misericordia e salvaci nel Tuo grande amore. Te lo chiediamo per intercessione di Maria, Madre Tua e nostra, che con fedeltà ci accompagna. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. Amen.

 

Com’è noto, domenica prossima le celebrazioni eucaristiche saranno vissute in forma riservata, per evitare concorso di popolo. A tutti i fedeli, esentati eccezionalmente dall’osservanza del precetto per motivi di precauzione, chiedo di unirsi alla Chiesa tutta con la meditazione e la preghiera personale o in famiglia: il Vangelo del giorno è quello dell’incontro con la Samaritana (Gv 4,5-42), dove Gesù si presenta come Colui che si fa vicino, accompagna la comprensione progressiva della Donna e si rivela infine come il Salvatore. Possa ognuno di noi sperimentare la vicinanza del Signore in questa prova, il Suo aiuto nel riconoscervi quanto Lui stesso ci va dicendo e la gioia di sperimentare la Sua grazia di salvezza.