Si è svolta a porte chiuse la Celebrazione Eucaristica nella Solennità di Sant’Irene, Vergine e Martire, Patrona della Città di Altamura e della Diocesi di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti, martedì 5 maggio, alle ore 19.00 dalla Cattedrale di Altamura, presieduta dall’Arcivescovo Mons. Giovanni Ricchiuti, nel rispetto rigoroso delle norme vigenti in misura di contenimento della diffusione dell’epidemia da coronavirus.
Mons. Ricchiuti ha invitato la comunità diocesana a vivere un ascolto proficuo della Parola di Dio, per poter essere autentici discepoli del Signore e, a partire dal brano evangelico delle beatitudini, proclamato nella liturgia, ha ribadito che è davvero felice chi va controcorrente: chi vive con mitezza, chi è amabile, i poveri, gli afflitti, gli operatori di pace, che vive il Vangelo.
«La felicità che il Signore prospetta – asserisce il presule – la possiamo contemplare nella vita dei Santi. Gesù è stato il loro bene più prezioso, l’hanno saputo seguire con passione, fino al dono della vita, come per la giovane Sant’Irene, cercando la loro pienezza di gioia nello stile di vita evangelico».
Richiamando le parole di San Paolo proclamate nella seconda lettura, l’Arcivescovo ribadisce che tutto si deve fondare sull’amore: «amare significa vivere relazioni profonde, non seguire i propri progetti in modo individualistico, ma saper donare la vita perché si custodisce un cuore ricolmo d’amore».
Concludendo la riflessione omiletica, l’Arcivescovo ha invocato la intercessione di Sant’Irene, perché liberi il mondo dalla terribile pandemia che sta vivendo, faccia tornare il sereno sui nostri volti. «La Santa Patrona – ha ripetuto Mons. Ricchiuti – invocata come protettrice della Chiesa dai fulmini e dalle tempeste, protegga, conforti, incoraggi e assista tutti noi nel travagliato percorso che siamo chiamati ad affrontare ogni giorno».
Infine, prima della benedizione conclusiva, la Sindaca di Altamura, Avv. Rosa Melodia ha consegnato nelle mani del presule le chiavi della città, che sono state deposte dallo stesso ai piedi della sacra immagine, in segno di affidamento e di abbandono all’intercessione di Sant’Irene.