Giovedì Santo. Don Maffeis: nessuno è tanto grande come quando serve

Giovedì Santo. Don Maffeis: nessuno è tanto grande come quando serve

“È Giovedì Santo: iniziamo un Triduo pasquale sofferto, per tante ragioni, non ultima quella che ci vede, come comunità cristiana, impossibilitati a ritrovarci insieme per celebrazioni che appartengono al cuore stesso della nostra fede”. A sottolinearlo è don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Cei, ricordando che “in questo giorno santo come Chiesa facciamo memoria viva della cena del Signore”. Si tratta, chiarisce, di “un evento che non appartiene solo al passato”. “Quel gesto del pane spezzato e del vino versato, che sono un anticipo della Passione del Signore – spiega – sono anche il modo misterioso e reale con cui Lui si fa nostro contemporaneo, il modo con cui viene a rafforzare e sostenere la nostra speranza fino a diventare la nostra vita e la nostra pace”.
Questa sera, “i nostri sacerdoti celebreranno senza popolo, ma per tutto il popolo, affideranno al Signore la sofferenza dei nostri ammalati e la preoccupazione delle nostre famiglie, invocheranno la sua misericordia per i defunti, chiederanno per ciascuno il grande dono di non perdere la bussola in mezzo a questa tempesta e di non perdere la speranza”, aggiunge don Maffeis che invita a seguire Papa Francesco che, alle 18, in diretta su TV2000 e il Circuito Inblu, “celebrerà per noi”. “E se è vero che non possiamo ricevere la comunione, possiamo rivivere la cena del Signore secondo il racconto di Giovanni: la lavanda dei piedi”, osserva il sottosegretario della Cei per il quale “spetta a ciascuno di noi saperla tradurre, attualizzare in gesti concreti, nella semplicità della vita delle nostre famiglie”. “Viviamo questo Triduo ricordando che – conclude – nessuno è tanto grande come quando serve”.