Gli auguri di mons. Perego alla comunità islamica per l’inizio del Ramadan

Gli auguri di mons. Perego alla comunità islamica per l’inizio del Ramadan

Anche quest’anno, con una lettera del 21 aprile al dott. Hassan Samid – Presidente del Centro di Cultura Islamica di Ferrara e Provincia -, l’Arcivescovo S.E. Mons. Gian Carlo Perego ha assicurato la preghiera e la vicinanza alla comunità islamica ferrarese per l’inizio del mese di Ramadan (23 aprile-23 maggio).

Mons. Perego ha sottolineato che il digiuno, previsto in questo mese, si inserisce in un digiuno ben più ampio: quello degli «affetti, perché siamo lontani dai nostri cari e familiari, che non vivono con noi»; quello che ci vede impossibilitati a riunirci per pregare e lodare Dio, ma che accettiamo «non solo per senso civico, ma soprattutto per amore degli altri e anche di noi stessi»; e quello «della vita di tutti i giorni, perché non possiamo recarci nei nostri posti di lavoro, a scuola, a far giocare i nostri bambini e i nostri ragazzi all’aperto, in mezzo alla natura».

L’Arcivescovo ha però ricordato che in questo periodo siamo tutti uniti «nella continua preghiera a Dio Misericordioso per chi è malato, per le loro famiglie, per gli operatori sanitari, per chi continua a garantire tutti quei servizi, che passano spesso inosservati, ma sono indispensabili», nella certezza che «Dio, Colui che risuscita, è sempre dalla nostra parte ed è più forte di qualsiasi male».

Mons. Perego ha assicurato la sua preghiera personale e della Chiesa Diocesana, affinché il tempo di Ramadan, che quest’anno avrà solo un carattere personale e familiare, possa sostenere i fratelli e sorelle mussulmani, «con l’aiuto di Dio, sulla via della pace e della bontà».

Il dott. Samid ha risposto, il 22 aprile, ringraziando l’Arcivescovo, anche a nome della comunità islamica, e ha ricordato – facendo proprie le riflessioni di Mons. Perego – le difficoltà di culto nella vicinanza di due appuntamenti importantissimi come la Pasqua e il Ramadan. Ha poi sottolineato come in questo mese sacro i mussulmani siano chiamati ad una ricarica spirituale attraverso digiuno, preghiera, elemosina e pentimento; e invitato a riflettere sull’espressione coranica «“in sha a Allah” (se Dio vuole), pronunciata troppo spesso con un certo automatismo e spogliata della sua pienezza». Si augura che tutti insieme riscopriamo «il valore dell’umiltà, intesa come consapevolezza dei nostri infiniti limiti».

L’auspicio conclusivo è di poter presto riprendere gli incontri di dialogo fraterno con le comunità parrocchiali della Diocesi.