Carissimi fratelli presbiteri, abbiamo accolto con gioia, come già vi comunicavo nel messaggio dello scorso 8 maggio, la possibilità di poter tornare a celebrare in forma comunitaria l’Eucaristia secondo le nuove misure sanitarie indicate dal Protocollo d’intesa tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la CEI.
Molte restrizioni, grazie a Dio, sono state superate: molte altre invece restano ancora in essere e siamo tenuti a rispettarle con grande responsabilità e con sincero spirito di comunione. Al fine di facilitare l’attuazione delle misure indicate nel Protocollo, ieri mattina, lunedì, 11 maggio, ho ascoltato il Collegio dei Consultori e, questa mattina, i referenti delle quattro zone pastorali.
Pur consapevole delle difficoltà connesse all’attuazione delle norme previste, Vi invito ad adottare tutti gli accorgimenti necessari per mettere in atto, nelle diverse situazioni concrete, le misure sanitarie al fine di evitare in ogni modo assembramento di persone e quindi il pericolo di contagio. L’Economato, nella persona di Don Sandro Cerone, è a disposizione per chiarificazioni e supporto.
Questa nuova fase, mentre deve vederci particolarmente attenti al rispetto delle norme vigenti – l’allerta non è stata superata – deve vederci soprattutto protesi a poter ripartire pastoralmente in modo significativo e incisivo su quegli ambiti di vita e pastorali più significativi dove la nostra gente di fatto vive, lotta e soffre.
La ragione di fondo che ci spinge, con sacrificio e con fatica ad osservare le nuove prescrizioni sanitarie, è unicamente la salvaguardia della salute di tutti. Con questa attenzione si deve infatti contraddistinguere questa ripresa graduale delle celebrazioni eucaristiche in modo contingentato con il popolo.
La ripresa graduale delle celebrazioni eucaristiche, ovvero con una partecipazione limitata del popolo di Dio (secondo criteri stabiliti nel Protocollo), sarà sicuramente un momento di gioia e un segno di speranza, ma dovrà anche essere un tempo in cui continuare ad esprimere in tutti i modi possibili la vicinanza per chi ha sofferto, e soffre, anche nelle nostre comunità, per tutte le conseguenze di questa pandemia. Non trascuriamo di considerare i notevoli danni che la pandemia sta provocando a livello sociale ed economico.
Facciamo in modo che nelle nostre celebrazioni non manchino momenti di preghiera e di ringraziamento per tutti coloro che si stanno spendendo in questa emergenza sanitaria per tutelare la salute di tutti, a partire dai medici, infermieri, protezione civile e forze dell’ordine.
Preghiamo anche per chi esercita una responsabilità nella vita politica, amministrativa ed economica, nazionale e locale, perché, sappiano offrire risposte concrete alle famiglie, ai lavoratori, ai senza lavoro, ai più poveri. Non ci sarà vera ripresa se non si tuteleranno le fasce più deboli e vulnerabili. L’economato della Diocesi sta provvedendo a contattare i singoli Parroci per un aiuto alle parrocchie in questa fase di emergenza.
Circa le attenzioni da adottare, per ora, sappiamo tutti che la materia è in continua evoluzione; pertanto, per ora, stando così la situazione, in questa nuova fase, atteniamoci alle indicazioni del Protocollo ministeriale, salvo diverse comunicazioni che sarà mia cura di farvi avere prontamente.
Per tutto il resto si abbiano come riferimento le autorità pubbliche territoriali, in particolare i Sindaci.
Si notifica che tutti i fedeli, in modo particolare gli anziani, i bambini e gli ammalti, anche in questa “Fase 2” dell’emergenza sanitaria, restano comunque permanentemente dispensati dal precetto festivo e che quindi potranno continuare a seguire le celebrazioni attraverso i mezzi di comunicazione, a cominciare dai normali canali televisivi.
Io continuerò ad offrire la celebrazione eucaristica via streaming ogni giorno alle ore 19:00 dalla Cappella del Palazzo Vescovile di Melfi fino al superamento di questa fase. In tal senso, riprendendo le celebrazioni con il popolo, sarà bene evitare che si moltiplichino celebrazioni via streaming, in quanto di fatto si è ripreso nella realtà il servizio liturgico.
Per riaprire al culto le nostre Chiese, a partire da lunedì 18 maggio, raccomando, là dove fosse necessario, la sanificazione generale, e soprattutto – nelle modalità indicate dal suddetto Protocollo – dopo ogni celebrazione, la igienizzazione dell’aula liturgica e della sacrestia. Se lo si riterrà pastoralmente e logisticamente praticabile, si potrà celebrare l’eucaristia anche all’aperto, ma sempre in accordo con le autorità civili del luogo ed osservando tutte le misure prescritte (distanze, numero massimo, dispositivi di sicurezza, ecc…). Ricordiamo ai fedeli che tali accorgimenti sanitari, per quanto gravosi possano essere, sono adottati unicamente nell’interesse e per il bene di tutti.
Pertanto, si potrà ripartire con le celebrazioni eucaristiche dal 18 maggio soltanto in quelle Chiese previamente igienizzate o se lo si riterrà opportuno anche sanificate. Ricordo che l’osservanza degli obblighi registrati nel Protocollo è sotto la responsabilità del parroco e/o rettore di chiesa.
Mentre auspichiamo che i ritmi comunitari della nostra vita di fede possano gradualmente aprirsi ad una piena normalità, dobbiamo essere anche consapevoli che, per un tempo che non possiamo prevedere, dovremo convivere con limitazioni e modalità nuove di vita sociale che l’emergenza sanitaria impone.
Circa le prescrizioni contenute nel Protocollo ministeriale, che sono da osservare sotto la diretta responsabilità civile e penale dei singoli parroci e/o rettori di chiesa, ricordo solo in modo esemplificativo alcuni accorgimenti:
- Si provveda ad igienizzare con specifici prodotti antisettici, e se lo si riterrà opportuno a sanificare, l’aula liturgica con le suppellettili e la sacrestia;
- In ogni chiesa, all’ingresso soprattutto, sia offerto l’igienizzante delle mani e si esponga un avviso riassuntivo delle norme in vigore e del numero dei fedeli per ogni celebrazione in base alla capienza massima di ogni edificio di culto e quindi anche per le esequie;
- Per le chiese non parrocchiali dove non si può assicurare l’osservanza delle prescrizioni si eviti, per ora, la celebrazione eucaristica;
- L’aula liturgica sia igienizzata con i prodotti specifici sempre al termine di ogni celebrazione, favorendo anche il ricambio dell’aria;
- Il celebrante, in vista della distribuzione della comunione ai fedeli, dopo aver curato l’igiene delle mani (con amuchina o analogo disinfettante), immediatamente prima di distribuire l’Eucaristia, indosserà la mascherina e guanti monouso;
- Le distanze di sicurezza verranno mantenute sempre ed anche durante la distribuzione dell’Eucaristia, che avverrà offrendola sulle mani dei fedeli, senza venirne a contatto. I fedeli rimuoveranno la mascherina per ricevere l’Eucaristia che sarà distribuita esclusivamente sulla mano;
- Durante tutta la celebrazione, le particole destinate ai fedeli saranno sempre coperte da un panno o altra copertura adeguata;
- Si eviterà sempre lo scambio della pace e le condoglianze in occasione delle esequie;
- Al termine di ogni celebrazione si dovrà favorire il ricambio dell’aria ed effettuare una pulizia delle superficie che entrano a contatto con i fedeli (panche e sedie) con idonei detergenti ad azione antisettica;
- Si abbia cura di assicurare sempre una particolare igienizzazione della sacrestia, dei vasi sacri e di tutte le suppellettili per la liturgia;
- I posti da occupare saranno debitamente contrassegnati con evidenti segnaposti da collocare sui banchi, per garantire il rispetto della distanza stabilita e per indicare il numero consentito dalla capienza della chiesa in base alle distanze di sicurezza;
- Per l’accesso e l’uscita dalla chiesa in occasione delle celebrazioni si lascino le porte aperte (per evitare che si tocchino le maniglie) e là dove è possibile ci sia una porta per l’ingresso e una per l’uscita.
Circa lo svolgimento delle attività parrocchiali (catechismo, oratorio, formazione, ecc…), la celebrazione degli altri sacramenti (prime comunioni e cresime, eventualmente battesimi) e l’organizzazione delle feste patronali ci si attenga a quanto già disposto e notificato con la mia lettera del 2 aprile 2020 (prot. n. 08/2020/VE), che raccoglie gli orientamenti dei Vescovi di Basilicata. Tutte le suddette attività, salvo diversa indicazione, sono rimandate fino al superamento della pandemia.
Invece, circa la celebrazione della Messa Crismale, come già vi preannunciavo, è rimandata ad una fase di maggior allentamento delle misure sanitarie, in un giorno comune per tutte le Diocesi di Basilicata, essendo la Messa in cui, con la benedizione degli Oli, vengono offerti al popolo di Dio nella sua varietà di carismi e di ministeri i segni dell’amore di Dio che radica tutta la nostra vita nel mistero della salvezza.
Ringraziamo il Signore per la riscoperta e la valorizzazione che in questo tempo c’è stata della famiglia come Chiesa domestica.
La Chiesa, in questo difficile e delicato momento, non ha mai smesso di annunciare Cristo Gesù unica nostra speranza, facendo arrivare in tanti modi la sua voce ed anche, in un certo qual modo, la sua presenza. Sforziamoci, perciò, di vivere nella fedeltà al Vangelo, con una fede che si è arricchita anche dei sacrifici per le ristrettezze e le preoccupazioni legate alla particolare situazione di emergenza.
L’attesa di riprendere pienamente il nostro cammino ecclesiale non si traduca in scelte affrettate; mostriamo pazienza, attenzione e sinergia in ogni scelta; non sentiamoci battitori liberi, ma agiamo sempre in paziente comunione, anche in relazione all’aggiunta di nuove messe: per ora non ne vedo la necessità urgente. Abbiamo, tutti, quindi, la pazienza di fare avviare questa fase senza l’aggiunta di ulteriori sante Messe rispetto a quelle previste prima della pandemia ed eventualmente, dopo un ragionevole tempo di osservazione, sentito il Vescovo, attraverso la zona pastorale, si valuterà pastoralmente come regolarsi.
Facciamo in modo che i fedeli siano accompagnati nella comprensione delle ragioni delle disposizioni che rendono attualmente possibile la riapertura delle chiese e siano posti in atteggiamento di fattiva e paziente collaborazione. Per facilitare questo lavoro di sensibilizzazione, don Sandro Cerone provvederà nei prossimi giorni alla consegna di manifesti con una sintesi delle prescrizioni contenute nel Protocollo ministeriale. Data la continua evoluzione della materia, restiamo sempre in attesa di ulteriori prescrizioni attuative da parte della CEI e del Governo, che provvederò a notificarvi.
Camminiamo insieme! Certo della vostra fraterna collaborazione, vi ringrazio per il vostro prezioso servizio e vi saluto tutti con stima e cordialità.