Il Vescovo di Cremona, Antonio Napolioni, ringrazia la ONG statunitense Samaritan’s Purse giunta a Cremona per l’allestimento di un ospedale da campo a sostegno del sistema sanitario cremonese per far fronte all’emergenza sanitaria in atto.
A nome della diocesi cattolica di Cremona, desidero esprimere il più entusiasta e commosso ringraziamento ai responsabili e membri della ONG statunitense Samaritan’s Purse, espressione eloquente della carità della Chiesa Evangelica, giunti tempestivamente in città per allestire un moderno ospedale da campo in supporto alle nostre strutture sanitarie.
La mia emozione è motivata anche dall’esperienza personale fatta fino a due giorni fa, ricoverato per polmonite da Covid-19 nel reparto di Pneumologia del nostro Ospedale Maggiore. Ho sperimentato minuto dopo minuto il drammatico crescendo di problematicità della situazione, il carico di lavoro su medici, infermieri e tutto il personale, raccogliendone discreti sfoghi e frequenti richieste di preghiera.
La concreta solidarietà che viene oggi dai cristiani degli Stati Uniti è una delle risposte della Provvidenza a queste richieste e preghiere. La Provvidenza moltiplica il suo raggio di azione, nella misura in cui uomini e donne se ne fanno strumenti, con umiltà e coraggio, riconoscendo negli occhi del fratello malato e provato il volto del Signore Gesù. È l’esperienza che stanno facendo tanti adulti e giovani impegnati nelle nostre strutture, è la molla che spiega progetti di solidarietà che non conoscono confini.
Desidero che tutti colgano anche il grande significato ecumenico di quanto sta accadendo: le diverse confessioni cristiane si riconoscono nell’essenziale del Vangelo, dando così buona testimonianza a Cristo, unico vero samaritano del mondo. Grazie, fratelli, perché mentre venite ad aiutarci, ci chiedete di accompagnare il vostro impegno con la nostra preghiera. Lo faremo certamente, sicuri che il binomio preghiera e carità cambia la realtà.
Spero, nelle prossime settimane, di potervi attestare anche personalmente la stima e la gratitudine della nostra Chiesa. È la Chiesa di don Primo Mazzolari, che così concludeva nel 1937 il suo testo su “Il samaritano”:
Signore, io non son buono di fare il samaritano.
Mi sentirò risuonare ogni momento, a rimprovero, il Tuo comando;
ma lasciami ascoltare, lasciami vedere, anche se la luce mi crea una maggiore responsabilità.
Ho bisogno, per non morire, di evadere da questo brutto mondo saldato nell’egoismo.
Mi arrampico verso l’unica finestra aperta, il Tuo Vangelo, o Cristo,
e mi lascio inebriare dalla tua sconfinata carità, che pur rinnego ogni momento.
Grazie, fratelli di Samaritan’s Purse, perché anche voi vi siete arrampicati fino alla finestra del Vangelo e da lì non vi stancate di mettervi all’opera, sui passi di Gesù, in ogni parte del mondo.