C’è Danait, giovane eritrea che parla un perfetto italiano e ha lavorato per l’Unhcr. Poi ci sono Awet, dodicenne, sordo, arrivato dall’Eritrea a Cossato, in provincia di Biella, dove può frequentare una delle migliori scuole di lingua dei segni, e Omar, un adolescente che diventa amico di Fabio, il proprietario di una pasticceria in un piccolo paese del profondo nord. Sono solo alcuni dei protagonisti delle storie, piene di verità e di sofferenza, raccolte da “Humanlines”, un portale di informazione e web documentario in continuo divenire, promosso dall’Università di Notre Dame (USA), per raccontare il progetto dei Corridoi Umanitari finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana che ha permesso a centinaia di rifugiati eritrei, somali e sud-sudanesi di arrivare in Italia in modo legale e sicuro.
“Abbiamo scelto di raccontare microstorie in grado di trattare ciascuna un tema e un frammento di tale complessità, nella speranza di dar vita nel tempo ad un mosaico coerente, onesto, affidabile”, spiega Ilaria Schnyder che insieme a Clemens Sedmak coordina anche un progetto di ricerca longitudinale volto a monitorare e valutare le diverse dinamiche dei Corridoi Umanitari che incarnano una nuova visione di pensare l’immigrazione e l’accoglienza.
Le storie, aggiunge, sono “narrate attraverso fotografia, audio, video ma anche comics e videoanimazione”. A queste si affiancheranno report, articoli accademici e approfondimenti.