Firenze - Interno della Certosa ex- monastero certosino - porta che si affaccia sulle colline del Chianti

I vescovi della Sicilia: pensiamo fin da ora alla ricostruzione umana, sociale ed economica

“Pienamente partecipi di questo momento storico che ci interpella come uomini, come cristiani e come vescovi”, i presuli della Conferenza episcopale siciliana hanno voluto “raggiungere e abbracciare” le loro comunità, “comprese quelle che vivono nelle isole minori”. Lo hanno fatto con un messaggio in cui si dicono convinti che, sebbene “il numero impressionante di morti e di contagiati stia mettendo a dura prova la vita delle persone e la tenuta delle istituzioni”, si stia anche apprendendo “la dolce legge della condivisione e della compassione”. “Tante persone di buona volontà stanno diffondendo il sapore e la bellezza di una santità del quotidiano e di un umanesimo di prossimità”, scrivono evidenziando “la prova di grande professionalità e di incondizionata dedizione dei medici e del personale sanitario” che sta consentendo “di affrontare con dignità l’emergenza, pur nella inadeguatezza delle strutture ospedaliere”. “Tra le tante vittime – aggiungono – ricordiamo con commozione gli 87 medici e i 96 sacerdoti morti alla data odierna”.

Nel messaggio, i vescovi non nascondono i “tanti altri motivi di preoccupazione che angustiano il nostro cuore di Pastori”, tra cui il blocco delle attività produttive che “sta mettendo a dura prova il sistema Paese e prelude a una crisi depressiva dell’apparato economico che inciderà sullo sviluppo dei prossimi anni e sulla qualità della vita delle famiglie e, in particolare, delle nuove generazioni”.
E se, confidano, “ci addolora tanto la sospensione della vita liturgica, delle attività pastorali e dei progetti formativi”, è motivo “di conforto, provvidenzialmente, l’attività solidale delle Caritas diocesane e di quelle parrocchiali che, unitamente a organismi di volontariato e in rapporto di collaborazione con le amministrazioni comunali, si stanno adoperando per alleviare l’indigenza di tante famiglie con la distribuzione di alimenti, offerti anche dalla generosità di singole persone e di aziende produttive”.

Secondo la Conferenza episcopale siciliana, “dobbiamo fin da ora pensare seriamente al compito e alla missione che ci attendono, in spirito di collaborazione e con creativa lungimiranza, nell’immane opera di ricostruzione umana, sociale ed economica”. Intanto, l’invito è alla speranza perché “la forza di Dio è volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte; Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai”.