“Ah, noi non ci facciamo mancare niente!” Quanto volte lo abbiamo detto dopo che una sfortuna si è aggiunta a sfortuna o dopo un dramma che si aggiunge ad un’ulteriore situazione difficile. Un’accezione negativa, certo, ma detta con spirito, quasi per sdrammatizzare la situazione che ancora una volta si presenta pesante o complicata.
L’espressione “non ci facciamo mancare niente” la usiamo spesso, però, anche per sottolineare l’aggiunta di un tocco di classe a una cena (un piatto raffinato), a un brindisi (lo Champagne) o a un’orchestra, impreziosita da un rinomato solista. Ebbene, è con questo secondo significato che vogliamo utilizzare questa espressione per presentare il “Pranzo stellato in Mensa Caritas” che stiamo organizzando per mercoledì 13 maggio.
Grazie alla disponibilità dello Chef Andrea Incerti Vezzani, della moglie Marcella e di parte dello staff del Ristorante Ca’ Matilde di Rubbianino, i beneficiari dei pasti gratuiti della mensa avranno la possibilità di mangiare molto bene. Certo, non saranno serviti a tavola con il corredo della festa (il periodo non lo permette), ma avranno un menù di tutto rispetto e una qualità eccellente.
La buona e raffinata cucina incontra il mondo delle povertà, l’arte si mette a disposizione della precarietà, la bellezza e la bontà avranno la possibilità di arrivare anche a coloro che ogni giorno sono costretti ad arrabattarsi come possono.
“I frequentatori della mensa che vengono a chiedere il piatto di minestra, in realtà chiedono ben altro: le buone maniere, un piatto buono sì, ma offerto con carità e discrezione; chiedono di parlare e di essere ascoltati, di essere riconosciuti anche quando si presentano in modo rozzo e provocatorio. Soprattutto chiedono qualcosa di più profondo di un pezzo di pane: una ragione di vita e di speranza”
Così scriveva don Luigi Guglielmi, Direttore della nostra Caritas diocesana dal 1992 al 1996, quando morì improvvisamente il 10 maggio lasciando vasto cordoglio insieme a una testimonianza limpida di persona “amica dei poveri” oltre ad un patrimonio importante derivante dal suo essere musicista. In don Gigi è sempre stato presente uno sguardo sull’uomo nella sua interezza, cercando la promozione umana (di tutto l’uomo) e non la semplice assistenza, convinto che all’uomo occorre offrire con gioia tutto quello che si ha: il pane, certo, e tutto ciò che permette di vivere con dignità, ma anche le cose belle che il mondo e l’ingegno degli uomini, per dono di Dio, possono offrire.
Il 13 maggio 1996 fu il giorno del commiato a don Gigi. Quel funerale rimane nella storia della nostra Chiesa e della città di Reggio Emilia. La Cattedrale non riusciva a contenere tutta la folla convenuta per il rito e tantissime persone povere, sole, in difficoltà parteciparono per l’ultimo saluto a quello che consideravano un amico, uno che c’era. Il Vescovo Paolo chinato sulla bara di don Luigi è una delle immagini più strazianti e più tenere rimaste da quella giornata, insieme a tanta nostalgia di un uomo, un sacerdote, un artista rimasto nei cuori di tanti.
Mettere insieme oggi, in questo anniversario, la bellezza e l’arte (culinaria in questo caso) con la povertà e la solidarietà, è sicuramente un bellissimo modo per fare tesoro degli insegnamenti di don Gigi e per continuare sulla strada che ci ha indicato: ai più poveri dobbiamo offrire bellezza, musica e arte, dobbiamo offrire il meglio che sappiamo fare, mettere a disposizione carismi e capacità e viverli senza vanto, con umiltà, con senso di servizio e di offerta gratuita.
Il 13 maggio sarà, quindi, l’occasione per un grande gesto di solidarietà, per un grato ricordo di don Luigi e per un prelibato “Pranzo stellato in Mensa Caritas”.
Grazie allo Chef Andrea Incerti Vezzani, allo staff di Ca’ Matilde, al Consorzio del Parigiano Reggiano, a Crovegli Carta, Conad, Gallo Giallo srl, Salumificio Gianferrari e a tutti i volontari che ogni giorno garantiscono il servizio in mensa.
In Mensa, per fortuna, non ci manca mai niente, ma il 13 maggio “non ci faremo mancare niente”, come si suol dire!