Il card. Betori preghiera con ebrei e musulmani

Il card. Betori preghiera con ebrei e musulmani

A Firenze, in una Piazza della Signoria deserta, sull’arengario di Palazzo Vecchio, hanno rotto il silenzio le preghiere di cattolici, ebrei e musulmani. A pronunciarle l’arcivescovo card. Giuseppe Betori, il rabbino Gad Fernando Piperno, e l’imam Izzedin Elzir.

Una preghiera insieme per invocare salute e conforto in un momento di sofferenza per la pandemia. Un gesto voluto dal sindaco Dario Nardella “nel segno della storia e della vocazione di Firenze al dialogo interreligioso. Un messaggio di fratellanza, unità e speranza non solo per credenti, ma per tutti – ha sottolineato – dato il profondo significato di questo gesto oltre che religioso, culturale e identitario per tutta la città”.

“Vedo nel ritrovarci insieme di tre religioni legate in modo diverso alla eredità di Abramo, un legame così caro alla visione religiosa e politica del sindaco Giorgio La Pira, un messaggio di unità che le fedi offrono all’intera società fiorentina, che solo in una responsabilità condivisa potrà trovare la strada per vivere il tempo dell’emergenza, con le fatiche che comporta, e poi quello di un futuro nuovo, che o sarà assieme o non sarà – ha detto il card. Betori introducendo la sua preghiera – Nelle difficoltà del presente e del futuro o si sorte insieme o non avremo capacità di fare politica, di costruire la città come diceva don Milani. Ci ritroviamo insieme per pregare, ciascuno secondo la propria fede, senza confusioni ma insieme, e anche questo è un messaggio importante offerto a tutti gli uomini e donne di questa città. Pregare infatti è il modo con cui le religioni ricordano al mondo che siamo chiamati ad aprirci all’Assoluto, a un dialogo con ciò e con Chi permane oltre la provvisorietà e la precarietà di cui facciamo esperienza in questi giorni. Tutto l’umano è fragile, ma l’uomo ha una radice, una Roccia a cui ancorarsi, che è Colui da cui giunge speranza nei momenti della prova. Non tutto è travolto dalla fragilità: c’è Chi rimane per sempre ed Egli ha un volto d’amore per noi”.

Riprendendo le parole di Papa Francesco l’Arcivescovo ha detto “Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori” per poi affidare nella preghiera al Signore le vittime, gli ammalati, gli operatori sanitari e i governanti. Il cardinale ha fatto risuonare in Piazza della Signoria  anche la preghiera delle Chiese evangeliche proponendo le parole del pastore Dietrich Bonhoeffer, martire del nazismo, citate da ‘Resistenza e resa’: “Comprendete l’ora della tempesta e del naufragio, è l’ora della inaudita prossimità di Dio, non della sua lontananza” e ancora la preghiera delle Chiese d’Oriente tratta dall’Inno Akathistos alla Madre di Dio, perché preservi tutti da ogni sventura.

Il rabbino e l’imam hanno letto rispettivamente il testo di alcuni salmi e alcune sure del Corano concludendo ciascuno con una preghiera di invocazione.

Al termine delle preghiere pronunciate da ciascuno l’arcivescovo, il rabbino, l’imam e il sindaco hanno acceso con i loro ceri la fiamma unica di un braciere, come segno di luce e speranza per tutta l’umanità.