Le donazioni di prodotti alimentari e per il fabbisogno domestico da parte di enti, aziende e privati benefattori sono in costante crescita agli “Empori della Solidarietà” della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve. Basti pensare che negli ultimi due anni queste donazioni sono passate da 200,9 tonnellate (2018) a 208,3 tonnellate (2019), come si evince dal recente Report Empori della Solidarietà, al punto che la Caritas diocesana ha creato un settore specifico per la loro gestione. Questo settore è stato denominato “Daidò”, l’unione tra le parole “dai”, alla Caritas, e “do”, ai bisognosi.
Attività. A presentare l’attività del “Daidò” è il suo responsabile Luigi Palazzoni, “storica penna” del giornalismo professionista umbro, oggi volontario Caritas. «Il “Daidò”, come richiama la sua stessa denominazione, rappresenta un’attività che consiste nel ricevere qualcosa che viene poi dato ad altri – spiega Palazzoni –. Il lavoro svolto al suo interno da una equipe di volontari riguarda le varie fasi e procedure obbligatorie, da quando la merce viene annunciata dal soggetto donante fino al momento in cui viene sistemata sugli scaffali dell’emporio pronta per essere prelevata dalle quasi 500 famiglie che da noi vengono a fare spesa gratuitamente».
Passaggi obbligatori. «Ci sono infatti, tra le altre varie incombenze collaterali, diversi passaggi obbligatori – precisa il responsabile –: l’inventario della merce con la specificazione ufficiale scritta (per ogni singola confezione), di che tipo di alimento si tratti, la scadenza, la marca produttrice, il peso, il donatore e i punti (simbolizzati da pesciolini) assegnati ad ogni prodotto per essere prelevato da chi verrà a fare spesa in emporio, titolare di una tessera a punti a scalare».
Gestione computerizzata. «I principali dati relativi al suddetto inventario – prosegue Palazzoni – vengono quindi trasferiti attraverso computer nel sistema gestionale che registra tutta l’attività dell’emporio. In un file a parte vengono poi inserite, sempre all’interno del sistema gestionale computerizzato, le singole scadenze di ogni singola confezione donata».
Prezzo in punti-pesciolini. «Compiute queste operazioni, che costituiscono la base dell’attività del gruppo “Daidò”, sistemiamo in emporio, dopo avergli applicato il “prezzo” in punti-pesciolini, ogni prodotto donato secondo precisi criteri di necessità del momento, spazi a disposizione, categorie di prodotti, ecc. Ciò che non entra subito in distribuzione, viene sistemato in magazzino, suddiviso per generi e per date di scadenza in maniera di identificarlo immediatamente e trasferirlo in emporio non appena è possibile e necessario».
Preparati per il Covid-19. «Il “Daidò” è molto di aiuto nel tempo del Covid-19 – conclude Palazzoni –, perché le donazioni di prodotti alimentari sono ulteriormente cresciute, come anche il numero dei fruitori degli empori; non ci siamo trovati impreparati a fronteggiare questa nuova emergenza».