Il grazie dei ragazzi ai “pilastri che sorreggono l’Italia intera”

Il grazie dei ragazzi ai “pilastri che sorreggono l’Italia intera”

“Siete l’esempio più chiaro e splendente della bellezza nell’essere umani: persone normali con vite normali e risorse modeste, disposte a sacrificare sé stesse per amore degli altri, a superare ogni difficoltà e a vivere rimanendo fedeli ai propri valori e principi”. Gli studenti dell’I.S. Majorana-Arcoleo di Caltagirone si rivolgono così a medici, infermieri, cappellani, farmacisti, operatori socio-sanitari, soccorritori, barellieri, definendoli “i pilastri che sorreggono l’Italia intera”.

In una lettera aperta, i ragazzi hanno voluto esprimere la loro “profonda gratitudine e ammirazione” a tutti i “veri eroi del quotidiano”, a quei “paladini che con grande coraggio e valore” non si tirano indietro, anche se lavorano spesso “in condizioni di precarietà”. “Eroi, per caso, per scelta, per lavoro, poco importa, siete lì: vi svegliate (spesso dormendo poco e non sempre a casa vostra) e varcate la soglia di un luogo da cui uscirete con i segni sul volto, in un mondo di volti distrutti, spaesati, arrabbiati, di voci impaurite”, sottolineano gli alunni dell’ dell’I.S. Majorana-Arcoleo. “Spingete verso la vita, vi arrendete (ma solo alla fine) di fronte alla morte. E la morte, se potesse – dicono con convinzione – si inchinerebbe dinanzi a voi per ciò che avete fatto. Stringete nelle mani telefoni per permettere l’ultimo saluto, l’ultimo respiro dei pazienti è un macigno che opprime i vostri cuori, ma soprattutto è un atto di tenera pietà”.

Sicuramente, scrivono gli studenti, “sarete stanchi, straziati, ma siamo qui per fare il tifo per voi: non mollate”. “Se vedete la paura negli occhi dei pazienti, quando in corsia sembra che vada tutto male, mentre piangete pensando ai vostri familiari che sono a casa ad aspettarvi, ricordate che non siete soli e che non lo sarete mai”, aggiungono i giovani che ribadiscono il loro “grazie” per “tutti i sacrifici che state facendo, per la scelta coraggiosa che vivete, per lo sforzo e la fatica che mettete ogni giorno, affinché tutto torni alla normalità”. “Speriamo – è l’auspicio – che queste parole possano davvero farvi arrivare al cuore un calore simile ad un bacio, una carezza e un abbraccio”. Noi, concludono, “non possiamo fare molto di concreto, se non stare a casa e svolgere bene i nostri doveri, ma ci impegniamo a studiare con passione per essere un giorno come voi”.