Il ringraziamento del card. Sepe al mondo della scuola

Il ringraziamento del card. Sepe al mondo della scuola

Carissimi, siete nel cuore di tutta la comunità, ora più che mai, in questo tempo di angoscia, paura, sofferenza e dolore per il rischio di contagio da covid 19 o coronavirus, che sembra aver cambiato il corso della storia, sconvolgendo il mondo e la nostra vita, privandoci per molti aspetti della libertà, delle nostre abitudini, dei nostri diritti individuali.

Voi stessi, senza colpa alcuna, state pagando un prezzo altissimo, perché privati del diritto di andare a scuola, costretti a un modello di formazione assolutamente inusitato e a una conclusione dell’anno scolastico del tutto rabberciata.

Siamo stati tutti travolti da un evento incredibile e violento. Ma passerà. Non avvilitevi. Vedete tutto come un imprevisto e involontario incidente di percorso che, accanto alla paura e al dolore, ci sta insegnando tante cose: innanzitutto che nel mondo e nella vita può accadere l’impossibile, l’assurdo; che dobbiamo essere preparati a tutto; che dobbiamo accettare l’evento, individuando modalità e mezzi per autotutelarci e gestirlo; che le regole e le leggi vanno rispettate sempre, particolarmente quando sono imposte da situazioni gravissime come quella in atto; che non dobbiamo mai perdere il giusto equilibrio e la freddezza per valutare bene le cose; che dobbiamo abituarci al sacrificio e alla rinuncia anche delle cose che ci sono care, se questo serve al nostro benessere e al bene comune; che in tragici momenti dobbiamo essere non solo più forti, ma anche più responsabili e più impegnati nell’esercizio dei nostri doveri.

Io sono sicuro che queste raccomandazioni già sono vostro patrimonio. Ma non mollate. Mettete a frutto questa dura lezione. Ne uscirete più maturi, formati e preparati.

Le nostre città e il nostro Paese contano su di voi. Ciascuno di voi è chiamato a costruire la comunità nuova. Ma per questo è necessario innanzitutto essere edificati dentro per essere nel mondo protagonisti responsabili. Stringete i denti, siate fieri di voi, di questa nostra Scuola, del nostro Sud e della nostra Italia. Andate avanti per far crescere tutta la comunità.

Vi è stato tolto la parte più bella che caratterizza il vivere e l’operare, a vario titolo, nel mondo della scuola. E’ stato sospeso il rapporto quotidiano tra docenti e studenti, con i dirigenti scolastici e tutto il personale. Vi servite dei nuovi strumenti di comunicazione che vi consentono di tenere le lezioni e i contatti, ma lo fate con sacrificio e dolore, perché manca la dimensione umana, vi manca il rapporto interpersonale che arricchisce.

Siete stati chiamati ad una riconversione didattica e formativa. E con grande sensibilità e responsabilità avete accettato. Non amareggiatevi. Siate forti. Ha da passà ‘a nuttate, come diceva il grande De Filippo. E la nottata, con l’aiuto di Dio Misericordioso, sta passando.

Certamente non siete contenti per come avete dovuto lavorare, insegnare, studiare, ma avete salvato un anno scolastico assolutamente in pericolo e a rischio di nullità.
Consentitemi, cari Docenti, Dirigenti e Voi tutti impegnati nel mondo della scuola, di dirVi grazie dal profondo del cuore, come Vescovo, pastore e fratello. La nostra comunità ha bisogno di persone sensibili, capaci e forti come Voi. Avete dimostrato di saper guardare avanti, oltre l’ostacolo. Vi muovete sapendo di essere portatori di un importante patrimonio di cultura, di sapienza pedagogica, di attenzione alla persona, all’adolescente, al giovane.

GRAZIE ANCORA A VOI TUTTI E ‘A MARONNA V’ACCUMPAGNA!