Un laboratorio di idee sul futuro di Prato, su come costruire la città del domani nel cambiamento epocale prodotto dalla pandemia. A lanciarlo sono Tv Prato e l’edizione pratese del settimanale Toscana Oggi che hanno deciso di dar vita a una piattaforma multimediale su carta, web e televisione per ospitare idee, riflessioni e proposte. Il nome dell’iniziativa è #immaginaPrato ed è aperta al contributo di chiunque abbia a cuore la nostra comunità civile. Il dibattito è già iniziato con l’intervento di Irene Sanesi, dal titolo: «Ecco perché Prato può ripartire prima delle altre città».
L’idea non è soltanto quella di raccogliere interventi scritti o video messaggi ma quella di creare un vero e proprio dibattito a tutto campo, per aprire nuovi scenari grazie alla fattiva partecipazione di più voci, riunite nello spazio creato dalle due testate. Quanto emerso sarà offerto alla crescita e al progresso della città.
Come partecipare. A partire da lunedì su Tv Prato saranno realizzate delle interviste a persone appartenenti al mondo della cultura, del lavoro, dello spettacolo, del no profit, della rappresentanza sociale e delle istituzioni. Ma chiunque può inviare una sua idea via Whatsapp al numero 331-1888676 realizzando un video (della durata massima di due minuti) nel quale raccontare come #immaginaPrato. Questi contributi saranno ospitati in una apposita sezione del sito web della televisione (www.tvprato.it) per essere visti e commentati e rilanciati poi sui social dell’emittente cittadina.
Il dibattito è già presente anche sulle pagine pratesi del settimanale regionale di informazione Toscana Oggi, che può contare sull’opportunità – offerta dalla carta stampata – di interventi più distesi e approfonditi. E proprio sul numero di questa settimana è ospitato il primo contributo firmato da Irene Sanesi, economista della cultura, presidente dell’Opera di Santa Croce di Firenze, già presidente del Centro per l’arte contemporanea «L. Pecci» di Prato. Il suo intervento inizia con uno scenario e un invito: «La nostra città vuota ci aspetta».
Secondo Sanesi i pratesi devono prendere consapevolezza che «quelli che per certi aspetti ancora appaiono punti di debolezza possono trasformarsi, adesso, in straordinari punti di forza».
L’identità di Prato, definita «mobile», così come la sua economia, non sono mai state – ricorda Sanesi – legate al turismo e al commercio, i settori in questo momento più compromessi dell’economia del resto della Toscana. La scelta del passato, «visionaria e robusta» al contempo – il Centro Pecci, la rete museale che ha costruito innanzitutto un pubblico domestico, gli investimenti sui teatri e sulla Camerata strumentale – «così faticosa da sostenere ieri, domani ritornerà potente, nel desiderio dei pratesi di riappropriarsi dei loro spazi. Insomma, domani, non essere imbrigliati in confini stereotipati e da cartolina, potrebbe essere per la città un vero vantaggio competitivo». Non solo, Prato è smart, è la città del lavoro, ha la più ampia comunità cinese d’Europa ed è la capitale dell’economia circolare: le scelte di sostenibilità che ci caratterizzano da decenni, fino alle più recenti come la «forestazione urbana» – che ora irrompono in molte città – per la nostra comunità sono già una realtà.