Il messaggio di auguri rivolto da don Vittorio Serafini, direttore dell’Ufficio diocesano per l’insegnamento della religione cattolica, agli Insegnanti di religione cattolica dell’arcidiocesi di Ferrara-Comacchio.
Cari insegnanti di religione, ho preso carta e penna (si fa per dire) per inviarvi gli auguri di Buona Pasqua e per dirvi che continuo ad esservi vicino in questi giorni di forzata emergenza. Ho presente le vostre fatiche e difficoltà, legate alla domanda. “Come facciamo ad insegnare in tempi come questi?”.
Ho ricevuto diversi messaggi ultimamente, i quali possono essere riassunti in una sincera confidenza: “Per me questa didattica a distanza è un incubo … stiamo lavorando il triplo di prima … non ci sono orari, nè sabati, nè domeniche … trovo davvero che sia una notevole fatica”. Credo proprio che sia così, vi siete infatti trovati improvvisamente un sistema nuovo di insegnamento, fatto di video lezioni, chat di gruppo, trasmissione di materiali didattici, caricamento su piattaforme digitali. Nella mia precedente lettera vi avevo scritto: “Fate quello che potete … ma fate”. La didattica a distanza aiuta a salvare l’anno scolastico, ma non potrà mai sostituire la didattica in presenza. In emergenza coronavirus l’unica risposta possibile per non lasciare soli i bambini, i ragazzi ed i giovani è garantire il loro diritto alla formazione ed allo studio.
L’insegnante di religione poi, da sempre, ricopre un ruolo particolare nei confronti degli studenti. Nella mia memoria del tempo passato è sempre stato lui ad avvicinarsi allo studente per chiedergli come si senta quel giorno, a provare ad intessere un dialogo in corridoio, a cercare di comprendere del perché di una faccia felice o triste. E’ l’insegnante di religione che con una umanità tutta sua trasmette valori, competenze e conoscenze.
Concludo queste mie riflessioni, forse un poco buttate qua e là, con un brano di una lettera inviatami da una vostra collega: “Penso sia appropriata una frase usata da molti pedagogisti e attribuita, credo, a Plutarco – Gli studenti non sono vasi da riempire, ma fuochi da accendere -. Forse in questo periodo non è necessario riempire i bambini, ma piuttosto fare sentire loro che sono nel nostro cuore, motivarli, stimolarli,incoraggiarli”.
Piano, piano usciremo dall’emergenza coronavirus, nel frattempo, fino alla fine dell’anno, continuate a fare tutto quello che potete, anche stringendo i denti. La parola E-DUCARE, come ricordava uno di voi, significa CONDURRE FUORI, CONDURRE A QUALCOSA. Nei due mesi che mancano al termine dell’anno scolastico continuate ad insegnare i valori, la dignità, l’onestà intellettuale, l’affetto, la capacità di ragionare e affermare la propria personalità … sempre alla luce della figura e degli insegnamenti di Cristo.
Vi auguro una buona e santa Pasqua, anche a nome di Monsignor Arcivescovo, del Vicario generale e della nostra Segretaria Monica Rivaroli. Continuate ad essere una forza per la nostra diocesi assieme ai catechisti, agli educatori, agli animatori e a tutte le altre forze pastorali che operano nel campo educativo.