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La Chiesa italiana ha affidato il Paese a Maria

“La delicatezza del presidente della Conferenza episcopale italiana ha voluto che qui si realizzasse, all’inizio del mese di maggio, un atto solenne, semplice e significativo: l’affidamento dell’Italia a Maria Santissima. Lo facciamo perché il dolore ceda il posto alla speranza, perché Lei è invocata qui come Madre della Speranza. Lo facciamo pregando per i malati, i medici, per tutti coloro che si stanno adoperando per alleviare le sofferenze. Lo facciamo, nel giorno dedicato a san Giuseppe lavoratore, pregando in particolare per chi teme per il suo lavoro, perché ci sia lavoro per tutti. Perché il nostro Paese sia unito, oggi e nel futuro”. Con queste parole, il vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, ha aperto, il 1° maggio, il momento di preghiera promosso dalla CEI presso il santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, “nel cuore della Lombardia, in provincia di Bergamo e diocesi di Cremona, crocevia – ha osservato il vescovo – delle terre più colpite dall’attuale epidemia”.

L’Atto di affidamento è stato preceduto dall’accensione di una lampada dinanzi all’immagine di Maria, perché – ha invocato mons. Napolioni – “dove c’è incredulità fiorisca la fede, dove c’è disperazione fiorisca la speranza, dove c’è egoismo fiorisca la carità”.

La preghiera di affidamento dell’Italia alla Madre di Dio

Noi ti rendiamo grazie, Padre Santo,
per il mistero nascosto nei secoli
e rivelato nella pienezza dei tempi
perché il mondo intero
tornasse a vivere e a sperare in luce di verità.
Ti lodiamo e ti benediciamo
per il tuo Figlio, Gesù Cristo,
fatto uomo per opera dello Spirito Santo,
nato dalla Vergine Maria.
A Lei, Madre di Cristo e della Chiesa,
innalziamo ora la nostra preghiera
in questo tempo velato
dalle ombre della malattia e della morte.

Madre santa, ti supplichiamo:
accogli la preghiera delle donne e degli uomini
del nostro Paese che si affidano a te.
Liberaci dal male che ci assedia.
Sostieni le famiglie smarrite, soprattutto le più povere,
stringi al tuo seno i bambini,
prendi per mano i giovani,
rendi sapienti i genitori, da’ vigore agli anziani,
salute agli ammalati, pace eterna a chi muore.
Indica ai governanti la via per decisioni sagge
e appropriate alla gravità di quest’ora.
Dona forza ai medici, agli infermieri,
agli operatori sanitari,
a chi si occupa dell’ordine pubblico e della sicurezza,
siano generosi, sensibili e perseveranti.
Illumina i ricercatori scientifici,
rendi acute le loro menti ed efficaci le loro ricerche.

O Maria, insieme a Giuseppe,
custodisci il lavoro di tutti, perché a nessuno
manchi il sostentamento quotidiano;
rendi ciascuno artigiano di giustizia,
di solidarietà e di pace, esperto di umanità,
presenza di condivisione soprattutto con chi soffre,
donaci il gusto dell’essenziale, del bello e del bene,
e i gesti di tutti profumino di carità
e di solidarietà fraterna.

Santa Maria,
non c’è lacrima che tu non asciughi,
non c’è speranza che in te non fiorisca,
non c’è festa a cui tu non sorrida.
Con te vogliamo essere figli obbedienti del Padre.
Come te desideriamo accogliere in noi il Figlio,
Parola e Pane di vita nuova.
Uniti a te, come gli apostoli nel cenacolo
il giorno di Pentecoste,
sospinti dal soffio dello Spirito Santo,
vogliamo essere testimoni
del Vangelo della gioia e della speranza,
fino al giorno in cui ci introdurrai, con tutti i santi,
al banchetto eterno del Regno.
Amen.

 

Il Messaggio del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei.