“Una Lettera Pastorale nel tempo della pandemia nasce dal bisogno del cuore e dall’ascolto della gente. Sono stati mesi difficili per tutti, anche per chi crede: la fede non risparmia le prove, ma vissuta nell’ascolto della Parola e dei fratelli apre vie nuove. È ciò che ho avvertito sempre più forte in me man mano che il tempo passava: l’incontro quotidiano con tante persone, attraverso il breve commento alla Scrittura offerta dalla liturgia del giorno, mi ha aiutato a maturare un’indicazione di fondo sulla quale la nostra Chiesa stava già provando a camminare da qualche tempo. La possibilità di celebrare nelle singole comunità parrocchiali, mi ha fatto avvertire più chiaramente la necessità di non sciupare questo tempo speciale” – con queste parole Mons. Francesco Alfano commenta la Lettera Pastorale che in questi giorni, l’Arcidiocesi sta distribuendo a tutto il popolo di Dio.
Oltre diecimila le copie stampate, accompagnate da una serie di locandine, prese in carico dalle parrocchie del territorio: attraverso di esse sarà possibile ricevere una copia digitale della lettera utilizzando il codice QR. Perché se è vero che “Verba volant, scripta manent”, facciamo in modo che tali parole restino impresse il più a lungo possibile, nelle menti e nei cuori di molti fedeli.
“La Lettera non offre nessuna ricetta preconfezionata e neppure si lascia andare a soluzioni semplicistiche: non cambierà tutto all’improvviso solo perché lo diciamo e neanche se semplicemente proviamo a cambiare qualcosa fuori di noi. Tutto ciò è urgente e non si può più rimandare, se vogliamo essere annunciatori della Buona Notizia per le persone del nostro tempo. Tuttavia occorre partire dal cuore dell’uomo, come ci insegna Gesù, e provare a ricostruire le coscienze: non è moralismo da imporre, ma servizio alla libertà e alla responsabilità di ogni persona”.
La Lettera mette a fuoco, alla luce dell’esperienza di Pietro nel libro degli Atti degli Apostoli, tre atteggiamenti essenziali: partecipare, condividere, accogliere; azioni che pagina dopo pagina sono accompagnate e prendono vita da una serie di immagini emblematiche ed evocative.
“Sogno una Chiesa serva, che si fa compagna di ogni fratello e di ogni sorella, senza alcuna ambizione che di camminare insieme con fiducia: è la gioia del Vangelo che ci spinge a privilegiare i più deboli e poveri, per non perdere la speranza e collaborare nell’individuazione di sentieri di giustizia solidale anche per la nostra società” – conclude Mons. Alfano.
Clelia Esposito