La supplica alla Vergine ‘de finibus terrae’

La supplica alla Vergine ‘de finibus terrae’

Cari fratelli e sorelle, accogliendo l’invito rivolto da Papa Francesco, ci uniamo alla preghiera universale con tutti i cristiani del mondo, e iniziamo questa supplica con la recita del Padre Nostro.
In questa solennità dell’Annunciazione del Signore, viviamo nella nostra Diocesi la supplica alla Vergine di Leuca. Il motivo per cui abbiamo scelto questo giorno risiede nel fatto che questa festa liturgica celebra il mistero dell’incarnazione del Verbo, compiuto per opera dello Spirito Santo e per la fede obbediente di Maria. La Vergine concepisce e porta in grembo il primogenito dell’umanità nuova.
L’incarnazione non è una decisione improvvisa di Dio, ma un progetto di salvezza pensato
dall’eternità. L’Angelo annuncia a Maria il piano di Dio adoperando le parole di due profezie: quella
di Isaia ad Acaz (cfr. Is 7,10-14) e quella di Natan a Davide (cfr. 2Sam 7,1-16; 1Cr 17, 1-15). Il Verbo
obbedisce al disegno di salvezza del Padre e accetta di incarnarsi e offrirsi in sacrificio pasquale per
la santificazione di tutti gli uomini: «Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi
hai preparato. Non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: “Ecco, io vengo
– poiché di me sta scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10,5-7).
L’incarnazione si attuta nella storia, ma è da sempre un progetto d’amore della Trinità. Tutta la storia
della salvezza si sintetizza nel “SÌ” di Gesù e di Maria.
Fin dal secondo secolo, questo mistero ha trovato una precisa espressione nelle formule del Credo e nell’arte cristiana. Dal settimo secolo in poi, è stato celebrato con particolare solennità il 25 marzo, nove mesi prima della nascita del Signore. Secondo la tradizione di antichi martirologi e di alcuni calendari medievali, in questo giorno sarebbe avvenuta la crocifissione di Gesù. Questa solennità mi permette di ricordare e di raccomandare la recita della preghiera dell’Angelus, pio esercizio in memoria del mistero dell’incarnazione e della divina maternità di Maria. Ci uniamo all’angelo Gabriele tre volte al giorno, al mattino, a mezzogiorno e alla sera per salutare la vergine Maria e glorificare il momento in cui lo stesso Figlio di Dio si compiacque di assumere la carne umana in lei. Ricordando l’Incarnazione in questi tre momenti della giornata, invochiamo Maria “soave come l’aurora” al mattino, “splendente come il sole” nel meriggio e “bella come la luna” la sera.
La sublimità del mistero dell’Annunciazione ha attirato l’attenzione di grandi pittori, musicisti e poeti. Tra i pittori: Leonardo, Botticelli, Beato Angelico, Simone, Martini, Caravaggio, ed altri; tra i musicisti: Bach, Mozart, Corelli Scarlatti ecc.; tra i poeti: Alda Merini, P. P. Pasolini, R. M. Rilke. Vi suggerisco di navigare in internet per vedere i quadri, leggere le poesie, ascoltare la musica di questi grandi artisti sul mistero dell’Annunciazione.
In questa supplica, volgiamo lo sguardo alla Vergine di Leuca, Signora e Madre della nostra Chiesa di Ugento – S. Maria di Leuca. Come figli fiduciosi e servi devoti, vogliamo chiedere a lei, consolatrice degli afflitti, salute degli infermi e aiuto dei cristiani di proteggere la Chiesa, l’Italia e il mondo da questo morbo maligno. Preghiamo per i morti e per i malati e coloro che li curano.
Affidiamo a lei i medici, gli operatori sanitari, gli infermieri e i volontari. Le chiediamo di assistere e sostenere i nostri governanti e tutti coloro che sono impegnati a mantenere l’ordine pubblico.
Ringrazio i nostri sacerdoti per l’efficace azione pastorale che stanno compiendo in questi giorni volta a mantenere viva la speranza del popolo di Dio. Incoraggio gli operatori e i volontari della caritas per il loro generoso servizio nei riguardi degli anziani e delle persone sole e in difficoltà, nel rispetto delle norme che sono state emanate.
Uniamoci nella preghiera e affidiamo alla Madonna la nostra Chiesa diocesana. La Vergine de finibus terrae ci protegga e ci custodisca.