Larino e diocesi devono molto al Santo Pontefice Giovanni XXIII (il 3 giugno 2020, ricorre il 57° anniversario della sua scomparsa) che rese noto il primato assoluto del seminario frentano nel mondo cattolico.
Papa Roncalli, nella prima udienza che riservò al Vescovo di Larino mons. Costanzo Micci, rivelò una notizia che destò il vivo interesse del novello Presule. Il Pontefice, nel sentire il luogo di provenienza di mons. Micci, ricordò subito il frutto di un suo lavoro giovanile su “Gli inizi del Seminario di Bergamo e S. Carlo Borromeo”. Da quell’accurato studio, il seminario di Larino risultava il primo fondato a norma del Concilio di Trento.
Nella città frentana si conosceva la data di apertura dell’istituto (26 gennaio 1564), ma non proprio che ad esso toccasse il vanto di essere addirittura il primo sorto nella Cristianità.
La precisazione, giunta così inaspettata e da fonte tanto autorevole (un altro significativo riconoscimento sul primato del seminario larinese fu evidenziato anche dall’immediato successore San Paolo VI nella Lettera Apostolica “Summi Dei Verbum” del 4 novembre 1963) ridestò la fierezza dei fedeli dell’intera diocesi da sempre particolarmente legati al seminario (filosofico-teologico) che raggiunse il massimo splendore nel periodo compreso tra il XVIII ed il XIX secolo.
Il fatto poi che l’informazione fosse appoggiata sul risultato degli studi personali e delle ricerche del futuro San Giovanni XXIII, commosse tutti.
Successivamente mons. Micci incontrò altre volte Il “Papa Buono” con cui ebbe modo di parlare dell’argomento in questione. Nell’udienza dell’8 maggio 1961, il tema principale del colloquio fu proprio quello del seminario larinese. Il Vescovo di Larino presentò al Santo Padre un “Album” contenente documenti e fotografie preparato appositamente. Il Papa lo sfogliò con cura e ne rimase visibilmente soddisfatto. Osservò con estrema attenzione, non solo i particolari della monumentale basilica cattedrale, ma anche ogni singola immagine dell’edificio posto alle spalle del duomo dove, poco più di un mese dopo la chiusura del Concilio di Trento, il giorno stesso (26 gennaio 1564) in cui Pio IV confermava oralmente i decreti scaturiti dalla solenne Assemblea, il Vescovo di Larino Belisario Balduino eresse il primo seminario della storia.
Incontrai mons. Micci per l’ultima volta nell’estate del 1984 in cattedrale a Larino dove si recò per una breve visita. In quell’occasione mi chiese alcune copie dei giornali da lui dati alle stampe, prima e durante le celebrazioni del IV Centenario (1964) e nel donarmi un ricordino del XXV anniversario della sua consacrazione episcopale, mi rivelò una notizia interessante. “Sai – mi disse – che Papa Giovanni XXIII se fosse rimasto tra noi qualche anno in più avrebbe certamente visitato Larino proprio per il primato del suo seminario?”.
L’ultima sede del prestigioso istituto frentano, grazie all’opera svolta dall’attuale Vescovo mons. Gianfranco de Luca, è stata completamente ristrutturata, adibita a “Centro di Formazione Pastorale” e intitolata proprio a San Giovanni XXIII. L’ingresso principale del maestoso edificio presenta una lunetta contenente l’immagine del “Papa Buono” realizzata dall’artista Cleofino Casolino.
Altro doveroso omaggio al Grande Pontefice, è la recente intitolazione di una strada di Larino e precisamente quella che inizia dalla statale n. 87 nell’incrocio tra via A. Novelli, via mons. B. Balduino e via dell’Emigrante, e termina, attraverso il versante sinistro, sulla provinciale per Montorio nei Frentani, comprendendo il complesso edilizio della Casa del Fanciullo “Madre Camilla Rolon”. La nuova denominazione includerà anche l’eventuale tratto carrabile di collegamento col Centro “Papa San Giovanni XXIII” voluto da mons. de Luca.
Ricordo, inoltre, che in occasione delle solenni manifestazioni del 450° anniversario di fondazione del sacro istituto larinese fu donato all’Archivio Storico Diocesano dalla “Fondazione Papa Giovanni XXIII” di Bergamo, il volume dato alle stampe nella città lombarda nel 1939 dall’allora mons. Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro San Giovanni XXIII) in cui è chiaramente indicato il primato assoluto del seminario larinese. Il raro esemplare (esposto in un apposito contenitore) apparteneva alla Biblioteca privata del Santo Pontefice.
A questa particolare concessione si aggiunge un’altra reliquia “ex indumentis” di San Giovanni XXIII, collocata in una teca dorata, debitamente sigillata, che mi è stata donata, nel novembre del 2014, dalla diocesi di Bergamo. Ora è sistemata nel tavolo espositivo, interamente dedicato al seminario, situato nella seconda sala dell’Archivio Storico Diocesano.
Giuseppe Mammarella, responsabile dell’Archivio storico diocesano e della Biblioteca