Le indicazioni di mons. Fanelli per la celebrazione delle esequie

Le indicazioni di mons. Fanelli per la celebrazione delle esequie

Carissimi, l’esperienza che abbiamo fatto nella fase acuta dell’emergenza sanitaria, causata dalla diffusione della pandemia da Covid-19, ha sconvolto non poco le nostre abitudini personali e sociali e, di conseguenza, anche quelle ecclesiali. Sicuramente questa difficile situazione è stata anche una scuola di vita dalla quale potremo imparare molto. Questa lezione di vita ci aiuti anche a recuperare le ragioni profonde del nostro convivere sociale ed ecclesiale. Il contrasto alla pandemia ci chiede di mettere in atto ancora particolari misure di sicurezza. Pur consapevoli dei grandi beni (diritti e valori) che sono in gioco, dobbiamo, senza polemiche e con spirito di responsabilità, far prevalere – quale criterio prevalente – il bene della salute pubblica, che non annulla o vanifica gli altri diritti e valori coinvolti.

Il Papa di recente ci ha ricordato che in questo nuovo tempo di lotta alla pandemia, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, “dobbiamo pregare il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni, perché la pandemia non torni”. L’attuale situazione, che resta pesante ed onerosa per tutti, impone che con grande umiltà e vera responsabilità continuiamo ad agire facendo per il bene della salute pubblica, rinunciando a qualche diritto e rendendoci ancora disponibili a qualche sacrificio. E’ evidente che molte domande restano ancora aperte circa il “quando” e il “come” della ripresa anche graduale della vita liturgica e circa le misure sanitarie da adottare; restiamo fiduciosi e pazientiamo.

Poiché in questa fase, in particolare in ordine alla celebrazione delle esequie, la responsabilità di applicare le disposizioni governative per contenere il contagio è del singolo Parroco,

  • Visto il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 26 aprile del 2020;
  • Considerate le rispettive Note del Ministero dell’Interno del 30 aprile 2020 e della CEI, complementare al summenzionato testo del Ministero dell’Interno, circa le modalità della ripresa in questa “fase 2” e in particolare per la celebrazione delle esequie;
  • Considerato il gravame delle responsabilità ricadenti sul Parroco in questa fase dell’emergenza sanitaria per la celebrazione delle esequie, con o senza messa;
  • Preso atto che l’art. 1, comma 1, lett. i) del suddetto Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministeri relativamente alle esequie parla di “funzione da svolgersi preferibilmente all’aperto”;

Volendo offrire a tutte le Parrocchie della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa, per questo momento iniziale della “Fase 2”, indicazioni unitarie che facilitino il rispetto delle misure vigenti in ordine alla celebrazione delle esequie,

D I S P O N G O

che, in tutto il territorio diocesano – in questo momento iniziale della “Fase 2” – salvo ulteriori disposizioni da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri e nuovi orientamenti da parte della CEI,

LE ESEQUIE SI CELEBRINO SENZA MESSA ALL’APERTO NELL’AREA CIMITERIALE,

SECONDO QUANTO PREVISTO DALLE NORME LITURGICHE

La scelta temporanea del luogo all’aperto rende dal punto sanitario molto più gestibile la celebrazione rispetto al luogo chiuso delle aule liturgiche delle chiese. Si abbia, comunque, la massima cura che la celebrazione si svolga in un tempo contenuto e che si osservino scrupolosamente, anche per i luoghi all’aperto, le misure sanitarie prescritte dalle disposizioni governative (distanziamento fisico, numero dei partecipanti non superiore a 15 persone, mascherine, temperatura corporea, ecc …) e recepite dalla summenzionata Nota del Segretario Generale della CEI, evitando in ogni modo assembramenti e il contatto fisico. Il tutto venga svolto d’intesa con i Sindaci e con le autorità cimiteriali.

Valorizziamo questo momento; esprimiamo tutta la vicinanza visibile e cordiale alle famiglie in condizione di lutto. Non si dia la sensazione che non essendoci la celebrazione della messa non c’è nulla. Viviamo anche questa fase, come si è fatto lodevolmente fino ad oggi, con prudenza e generando comunque nella gente serenità e fiducia, pur nel rispetto delle giuste regole.

Con altrettanto senso di responsabilità dobbiamo però prepararci ed attrezzarci a vivere anche gli stadi successivi di questa “Fase 2” in vista della ripresa graduale della vita liturgica: non dobbiamo, infatti, farci trovare impreparati ed agire in ordine sparso.

La nostra gente, la nostra specifica missione e il bene della salute pubblica devono trovare in noi dei facilitatori. Questa “Fase 2” è indubbiamente un tempo ancora molto delicato e che, per certi versi, può diventare anche pericoloso facendo risalire la curva dei contagi.

In ordine all’obbligo della sanificazione degli ambienti, mentre restiamo in attesa di ulteriori precisazioni sia da parte del governo che della CEI, dobbiamo comunque mentalizzarne la necessità. Nel frattempo si informino i fedeli e chiunque entri in chiesa, anche con appositi cartelli informativi, sulle disposizioni di sicurezza previste.

Confidando nell’impegno di tutti e di ciascuno, in attesa di ulteriori adattamenti e comunicazioni, vi saluto fraternamente in Cristo.