Come Caritas diocesana oggi constatiamo che l’emergenza sanitaria COVID-19, da un lato pone tutti in una condizione di necessità, anche se di entità e livelli differenti, dall’altro ha complessificato lo stato di necessità di chi era già precedentemente in una condizione di bisogno, che vede la propria situazione degenerare rispetto a prima. È necessario, pertanto, da un lato allargare quanto più possibile lo sguardo per cogliere i nuovi bisogni emergenti, ma anche quelli latenti, dall’altro dare risposte più puntuali ed adeguate ai bisogni già rilevati e trattati in precedenza, che oggi risultano amplificati,
per quanto riguarda il rapporto con le famiglie e le aree di povertà la Caritas diocesana è in prima linea e gioca un ruolo decisivo attraverso il lavoro di rete con le caritas parrocchiali e i centri di Ascolto presenti come sentinelle sul territorio diocesano, ma anche impegnandosi a potenziare la collaborazione con le Associazioni che aderiscono ai valori cristiani.
Oggi più che mai i Centri di Ascolto territoriali fungono sia da antenne percettrici del bisogno, sia da anello di congiunzione tra la Caritas diocesana – centro propulsore e di coordinamento – e le varie zone della diocesi, fino alle periferie più estreme, per raggiungere in modo capillare tutto il territorio diocesano come caritas diocesana siamo attualmente impegnati in una mappatura dei bisogni emergenti e sommersi attraverso le seguenti azioni:
– monitoraggio dei bisogni già rilevati dai CdA con un’ottica nuova: ad esempio, se la persona percepisce Reddito di cittadinanza o pensione, la situazione potrebbe sostanzialmente essere rimasta invariata, mentre se il reddito familiare è di solito occasionale, basato su lavoro saltuario o “sommerso”, allora il nucleo va attenzionato perché la situazione economico-sociale può essersi modificata in modo sostanziale e richiedere un intervento diverso e più cospicuo rispetto che in precedenza;
– individuazione persone/nuclei con bisogni speciali (disagio psichico, dipendenze, disabilità, malati allettati, anziani non autosufficienti, famiglie monoparentali con minori, ragazze madri, ecc): in questi casi si costruisce una risposta di tipo “sartoriale” ovvero cucita ad hoc sulla necessità, cercando di attivare servizi di “prossimità” nel rispetto delle restrizioni previste;
– individuazione persone/nuclei in quarantena o positivi guariti per attivare la fornitura di beni di prima necessità e supporto psicologico.
È stata attivata l’assistenza alle fasce più deboli e soggette a rischio (anche dal punto di vista psicosociale) attraverso le seguenti azioni:
– acquisto e distribuzione generi di prima necessità;
– approvvigionamento e consegna di farmaci;
– attivazione di un servizio di consegna a domicilio di generi di prima necessità e farmaci, nel rispetto
delle norme Previste;
– sostegno diretto alle persone/famiglie in difficoltà;
– attivazione di un servizio di ascolto e supporto psicologico telefonico.
È stata potenziata l’assistenza ai senza dimora e agli indigenti attraverso i servizi Caritas attualmente aperti e attivi, il dormitorio “Gesù Misericordioso” e il centro diurno “Son Francesco di Paolo”, entrambi siti nel Comune di Salerno. Rimodulando i servizi alla luce delle norme previste dai Decreti Ministeriali, è stata attivata:
– la presa in carico e tutoraggio h24, 7 giorni su 7, di 15 persone senza fissa dimora affinché vivano questo periodo di quarantena nel miglior modo possibile, rispettando la profilassi. Sono ospiti del Dormitorio Gesù Misericordioso, che dispone di 15 posti letto e ilascorrono la giornata al Centro diurno “San Francesco di Paola” ogni giorno, attraverso un personale dedicato, viene compilato un diario di bordo dove si riporta la temperatura corporea e le condizioni di salute di ciascun assistito. coloro che hanno già difficoltà pregresse vengono accompagnati nell’iter sanitario e farmacologico stabilito dal medico curante. Per il pranzo gli ospiti si recano alla mensa “San Francesco” , a poche centinaia di metri dal Centro diurno’ successivamente rientrano al centro dove svolgono varie attività educativo-ricreative; inoltre, ogni volta che c’è una nuova Circolare o provvedimento vengono informati, sia affiggendo una copia in bacheca, sia leggendola e discutendola insieme. Alla cena provvedono direttamente gli operatori della caritas diocesana, preparando un pasto da asporto che viene consumato al Dormitorio. Operatori ed ospiti rispettano tra loro la distanza minima richiesta e sono dotati di dispositivi di protezione. È stato, inoltre, potenziato il piano di pulizia, igienizzazione e sanificazione di tutti gli ambienti.
La Caritas diocesana ha, inoltre, potenziato il sostegno al Dormitorio “Don Giovanni Pirone” e alla Mensa dei poveri “San Francesco”:
– il Dormitorio dell’Associazione Don Giovanni Pirone – centro Don Tonino Bello accoglie 30 persone senza fissa dimora garantendo loro posto letto e due pasti al giorno;
– la Mensa “San Francesco” prepara 300 pasti al giorno sia per le persone senza fissa dimora, sia per tutte quelle persone sole e non autosufficienti alle quali si cerca di recapitare un pasto caldo a domicilio in questo momento di emergenza.
Grazie al contributo della Fondazione CA.RI.SAL e la collaborazione con Le Misericordie di Salerno, sono in pronta consegna pacchi viveri e generi di prima necessita, raggiungendo 150 famiglie, italiane e straniere, residenti sul territorio diocesano. I numeri sono in continuo aumento.
Un’attenzione particolare è rivolta ai non stanziali, raggiungendo alcune famiglie Rom presenti sul territorio tra Salerno e Pontecagnano, circa 40 persone, con una alta presenza di minori. lnoltre, attualmente sul nostro territorio diocesano è presente il Circo, due grandi famiglie circensi, circa 70 persone con i loro animali, che non possono lasciare il territorio, né organizzare spettacoli per provvedere all’autosostentamento: anche loro sono stati attenzionati dalla caritas diocesana con la consegna di viveri ed un sostegno economico.
Siamo tutti chiamati ad un impegno senza precedenti e, per quanto possibile, unitario ed integrato per dare insieme una mano a chi oggi ci domanda aiuto, in un’ottica non solo di assistenza primaria nell’emergenza ma anche e soprattutto di rispetto e promozione della dignità umana.