Carissimi Dirigenti scolastici, carissimi Docenti, carissimi del Personale della scuola, di solito, da qualche anno, il martedì santo è dedicato alla Celebrazione della Pasqua della scuola, così ben preparata dal Direttore dell’Ufficio Diocesano prof. Rocco Solomita e dai Docenti IRC. Ho avuto sempre il piacere di vedervi partecipi alla S. Messa in Duomo, al termine della quale ho avuto l’occasione di salutarvi nel Salone dell’Episcopio. Ritorneremo a vivere questi momenti, ma intanto permettete che, in occasione delle festività pasquali, vi esprima la mia gratitudine di Pastore della Diocesi di Cerignola-Ascoli Satriano, preoccupato della cura, sotto ogni aspetto, della nostra gente. In questo periodo di pandemia si ringraziano giustamente tante persone che sono in prima linea negli ospedali, nell’amministrazione del bene comune, nella tutela dell’ordine pubblico, nel volontariato.
Oggi, sommessamente, voglio a nome di tutti, dire il mio “grazie” e quello delle nostre comunità cittadine anche a voi.
In poco tempo avete dovuto mettere su non degli “ospedali da campo”, ma delle scuole virtuali, che raggiungessero tutti e aiutassero i nostri ragazzi e giovani a non interrompere il loro percorso formativo.
Molti di voi, forse meno abituati all’uso degli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, hanno dovuto fare più fatica per adattarsi alle nuove esigenze. Ma soprattutto, ne sono convinto, ciò che avete trasmesso ai vostri alunni e alle loro famiglie, è un senso di ottimismo, una visione intelligente della realtà, un desiderio di imparare, verificare, guardare al futuro, che solo la scuola può dare. Grazie! La vostra professionalità, messa a dura prova, come tante altre realtà in questo momento storico, sta permettendo alla nostra società di crescere. L’approccio culturale ad una pandemia fa la differenza, ed io credo che, ognuno nella sua disciplina, avrà fatto la sua parte.
Io ho presente tre opere letterarie che parlano di come l’umanità viene sconvolta e mutata da situazioni di tale portata. Anzitutto la peste di Atene descritta da Lucrezio nel De Rerum natura, che ci presenta l’antica polis devastata, ma allo stesso tempo ha un approccio proprio della scienza dell’epoca, alle cause del morbo e al suo diffondersi.
L’altra opera è La peste di Albert Camus, con i suoi grandi interrogativi esistenziali e religiosi, ma anche con l’affermazione di una santità laica, che si contraddistingue per la solidarietà.
E infine il grande romanzo de I promessi sposi di Manzoni, con la sua descrizione di un campionario umano che durante la peste di Milano rivela le miserie e i vertici dell’umanità: la leggenda metropolitana degli untori, la spregiudicatezza dei monatti, la delicatezza della madre di Cecilia, il buon senso e la carità del cardinal Federico Borromeo, la tenerezza di fra’ Cristoforo, lo sguardo proteso verso il futuro di Renzo e Lucia. Guardando ai due giovani protagonisti del grande classico della nostra letteratura, non posso che pensare ai vostri alunni, a come potranno uscire più ricchi di umanità e di sapienza anche da questa esperienza. Mi permetterò, attraverso il prof. Solomita, di proporvi qualche iniziativa che aiuti i nostri giovani e ragazzi di tutto il territorio diocesano, a riflettere sui sentimenti che li attraversano, sulle ansie e attese.
Intanto vi auguro una Santa Pasqua: questi giorni in cui celebriamo la Risurrezione del Signore siano vissuti da tutti voi come un evento che vi ridoni speranza ed energie per un servizio indispensabile alle nostre comunità. Crediamo che
nel mistero pasquale rifulge la certezza che l’umanità è destinata a risorgere da tutto ciò che la umilia e la vuole distruggere. Un fraterno saluto a tutti, l’augurio di buone festività e la mia benedizione su tutte le comunità scolastiche della Diocesi.