Mons. Fanelli: “chi ama educa”

Mons. Fanelli: “chi ama educa”

Il triste episodio verificatosi a Melfi la sera del 21 aprile u.s. ai danni dell’IC Berardi- Nitti ha suscitato nella Comunità di Melfi e dell’intera comunità diocesana di Melfi-Rapolla-Venosa, sentimenti d’incredulità e di rammarico, come testimoniato dai molteplici segnali di vicinanza fatti pervenire da associazioni, esponenti della società civile e da singoli cittadini, al Dirigente Scolastico, prof.ssa Filomena Guidi, ed ai suoi collaboratori.
L’evento colpisce per la modalità con la quale si è consumato, poiché emerge la volontà degli attuatori di voler danneggiare e perfino “schernire” l’istituzione scolastica. Colpisce altresì per il particolare momento storico che stiamo attraversando.
In un periodo di sofferenza globale, di timore diffuso, di smarrimento sociale in cui è importante operare nella costruzione di un nuovo sentiero di solidarietà, di rispetto e di attenzione al bene comune, episodi del genere rappresentano un’ulteriore ferita allo spirito di una comunità.
La scuola resta un baluardo nella costruzione di una comunità umana nuova e viva; pertanto, l’offesa ricevuta non deve assolutamente deprimere, seppur aggrava una situazione già complessa per gli operatori dell’istruzione e dell’educazione.
Occorre invece ripartire e ricostruire in sinergia con le istituzioni e le agenzie educative della comunità, per far comprendere con messaggi nuovi ed inclusivi che la scuola è patrimonio indispensabile per tutte le persone, soprattutto per gli ultimi.
Ad un messaggio distruttivo, occorre che la comunità risponda con messaggi d’amore.
Come ci ricorda san Giovanni Bosco, “chi ama educa”; la scuola deve contribuire a suscitare la speranza, dal momento che educare significa amare il futuro, e a testimoniare l’amore, perché educare è una scelta del cuore, e solo chi ama educa. La scuola è sinonimo di apertura alla realtà. Andare a scuola significa aprire la mente e il cuore alla realtà, nella ricchezza dei suoi aspetti, delle sue dimensioni. La scuola ci insegna a capire la realtà e a ragionare sul modo di rispondere alle complessità del momento.
La scuola è un luogo di incontro. Perché tutti noi siamo in cammino, avviando un processo, avviando una strada. E’ un luogo di incontro nel cammino. Si incontrano i compagni; si incontrano gli insegnanti; si incontra il personale assistente, s’incontra la vita. E noi oggi abbiamo bisogno di questa cultura dell’incontro per conoscerci, per amarci, per camminare insieme, per sentirci uniti nelle avversità.
Come ci ricorda Papa Francesco, “la missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”… tante discipline. In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!”
Quanto sono importanti, oggi, queste considerazioni! Per questo, è del tutto evidente la straordinaria vicinanza che la Chiesa respira con il mondo della scuola, con il quale elabora ed attua strategie e soluzioni educative per la crescita di ragazzi, giovani e famiglie del nostro territorio.
La scuola e la Chiesa sono naturalmente alleate nella costruzione degli ideali che modelleranno il mondo futuro; è perciò importante comprendere insieme attentamente i mutamenti in atto, coglierne le sfide ed è necessario alimentare lo slancio e la passione verso l’impegno, alto e decisivo, di formare, anche oggi, la persona nella sua integralità.
Pertanto, come Padre e Pastore di questa Diocesi, esprimo i sentimenti di vicinanza dei cuori e d’incoraggiamento alle azioni da intraprendere a seguito dei fatti successi da parte di tutta la Chiesa locale, del presbiterio, di tutti gli uffici diocesani e di tutte le aggregazioni laicali diocesane (movimenti, associazioni e gruppi); ringrazio l’IC Berardi-Nitti per l’importante lavoro svolto negli ultimi anni nella comunità di Melfi a sostegno di tante famiglie fragili; manifesto la piena solidarietà e la disponibilità della Diocesi di Melfi-Rapolla-Venosa a ricercare strade condivise per la crescita culturale e sociale della nostro territorio , nella reciproca consapevolezza che educare è una forma d’amore privilegiata nei confronti della propria comunità.