Cari fratelli e sorelle della Chiesa di Teramo-Atri, questa notte risuona l’annuncio: “So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui, è risorto” (Mt. 28,5-6). L’evangelista Matteo si è molto preoccupato della possibilità che un tale annuncio
potesse essere accolto come un’impostura dei discepoli. Anche Pilato si era premurato di verificare: le guardie c’erano, ma la tomba era vuota! (Mt. 28, 11-15). La tomba era vuota!
L’umanità deve tornare a quel sepolcro per comprendere sé stessa, in questa fase della sua storia, drammatica e impegnativa. É lì, da quella tomba, l’umanità potrà scoprire una proposta decisiva per il suo futuro, per ripartire dopo la pandemia. Non è il momento per fermarsi sugli errori compiuti nel passato. Oggi siamo chiamati a chiedere al Crocifisso: “Perché sei risorto?”. E Lui ci risponderà: per donarvi la forza e la gioia di allargare gli orizzonti della carità.
Tutti gli domanderemo con semplicità e gratitudine: “Signore ma non abbiamo già fatto tanti gesti e tante opere di carità?”.
Cari fratelli e sorelle, è vero! E non dobbiamo andare lontano dalle nostre case per sperimentare la gioia di tante manifestazioni di servizio, vissute nel silenzio e nel nascondimento, soprattutto in questi giorni. Come non ricordare le Sue parole: “l’avete fatto a me!” (Mt. 25, 40). Ma Lui, il Risorto, è nella storia e non fuori di essa, come se la Sua presenza si limitasse alla consegna di un codice etico. Lui è Risorto per aiutarci a costruire la storia! Come ci ha ricordato papa Francesco: “Lui è accanto a noi”.
Oggi, nel tempo storico che stiamo vivendo, è determinante che l’orizzonte della carità si espanda in tutte le dinamiche della società contemporanea. Dall’amore coniugale, cuore generante e insostituibile della carità, alla costruzione
della famiglia, della scuola, dei centri accademici, culturali e di ricerca, dell’organizzazione sanitaria, della comunicazione, delle imprese, delle attività professionali, artigianali e commerciali, del turismo, del mondo economico finanziario, del terzo settore, delle istituzioni: un progetto da animare con il dono della carità del Risorto!
Lui conosce la storia dell’umanità, con le sue potenzialità e i suoi limiti, a cominciare da quelli della natura, e l’affida a noi, alla nostra responsabilità. “L’avete fatto a me”! (Mt 28,40) Con la Sua presenza nella storia, discreta e propulsiva, siamo chiamati a sviluppare diverse forme di carità, da quella samaritana a quella intellettuale e politica per costruire la Chiesa e la società.
Dovunque saremo, il Risorto ci invita a non essere semplici spettatori degli avvenimenti, ma a vivere le tappe della nostra esistenza e delle nostre comunità con slancio propositivo, perché Lui cammina con noi. Cari fratelli e sorelle, vorrei affidare a voi l’invito di papa Francesco a rivedere il nostro rapporto personale con il Risorto: “non è tanto credere che Tu esista, ma venire a Te e fidarsi di Te”. La carità oggi esige creatività e capacità progettuale, perché la carità che Lui ci dona deve essere vissuta non per il premio, ma per la promozione di tutto l’uomo e di ogni uomo.
A tutti voi l’augurio di essere strumenti della Sua presenza, l’unica che può aiutare l’umanità a ripartire, dentro e dopo l’imprevista e dolorosa esperienza della pandemia. Con la mia benedizione.