«Carissimi da quando ho deciso di tenere chiuse le chiese della Diocesi, ho desiderato custodire la Reliquia della Sacra Spina nella cappellina privata del Vescovo.
Fin dall’inizio della Settimana Santa ho notato che la Spina ha manifestato una colorazione diversa dal solito. Nella mattinata di mercoledì 8 aprile (mercoledì Santo), ho invitato il Dr. Antonio Riezzo, ematologo e Presidente della commissione scientifica dello scorso prodigio (2016), a prendere visione dello stato della Reliquia. Lo stesso Dottore ha confermato alcune variazioni osservate sulla Spina.
Successivamente, sempre nella mattinata, ho ritenuto opportuno confrontarmi con il Vicario Generale, don Gianni Massaro, il segretario del Vescovo, Mons. Nicola De Ruvo, e con il Presidente del Capitolo Cattedrale, don Gianni Agresti. Anch’essi hanno verificato quanto detto. Per una migliore documentazione, puntale e continuata nel tempo, ho chiesto a Padre Francesco Mazzotta, Direttore di Teledehon, di fornirci supporto tecnologico necessario. Padre Francesco ha subito messo a disposizione tecnici e strumenti necessari per le riprese permanenti. Quindi la Sacra Spina, da mezzogiorno del Giovedì Santo (9 aprile) è sotto osservazione permanente di una telecamera ad alta definizione.
Per quel che posso attestare e che ho ritenuto verbalizzare, l’elemento più rilevante e visibile consiste nella variazione della colorazione abituale dell’intero corpo della Spina: è diventato molto più chiaro, in alcuni tratti biancastro, mentre invece la punta è chiaramente di un colore marcatamente più scuro. Osservando poi la Reliquia nel pomeriggio di oggi Venerdì Santo, intorno alle ore 17.00/17.30 ho notato un’altra variazione ben visibile: la parte bassa della Spina, che nella mattinata sempre di oggi era apparsa di un colore più scuro, si è notevolmente schiarita, soprattutto nella parte anteriore della stessa, ma anche nella parte retrostante.
Il Signore, attraverso questo segno ci sta dicendo che Lui è comunque sempre vicino al Suo popolo e patisce con chi è nel dolore. Accogliamo questo “segno” con gratitudine».