Mons. Pellegrini consacra la diocesi al Cuore di Gesù e Maria

Mons. Pellegrini consacra la diocesi al Cuore di Gesù e Maria

«Carissimi fratelli e sorelle, con la domenica di Passione entriamo nelle Settimana Santa, alla fine della quaresima, ma non della quarantena, per rivivere i momenti più intensi e significativi della vita di Gesù: la sua passione, morte e risurrezione, centro della nostra fede e della vita cristiana. Da antichissima tradizione, la celebrazione di questa domenica è preceduta dalla benedizione degli ulivi e dalla processione, ricordando così l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Gesù entra a Gerusalemme perché proprio qui, porterà a compimento il disegno di amore del Padre: salvare l’umanità attraverso il dono della vita del suo Figlio Gesù. Quest’anno, fatto mai capitato nella storia recente, per motivi di contenimento del coronavirus, non abbiamo vissuto la benedizione degli ulivi e la processione, che rinvieremo più avanti, al termine dell’emergenza sanitaria, dando a questi gesti un significato in più, che recuperiamo sempre dalla Bibbia: Noè annuncia la fine del diluvio universale inviando una colomba con un ramoscello d’ulivo, segno di armonia e di pace.

Stiamo attraversando un momento della vita che non dimenticheremo mai più, chiusi in casa e passare il tempo a gestire la quotidianità in modo nuovo: penso ai ragazzi, agli anziani e anche ai confratelli sacerdoti, impediti nell’esercizio del ministero pastorale, preoccupati di una situazione che sembra non aver fine.  Momenti difficili per tutti e anche per noi credenti, privati del partecipare alle celebrazioni della Settimana Santa, fondamentali per il cammino di fede. Spero che questa situazione ci aiuti a fare un salto di qualità, ad entrare più profondamente dentro noi stessi, per riscoprire il centro della nostra fede, fissando attentamente lo sguardo su Gesù che dona la sua vita per amore, senza riserve, “facendosi obbediente fino alla morte, e a una more di croce”. Così ci ha detto san Paolo nella lettera ai Filippesi (2,8).

Sulla croce, Gesù prede su di sé il male, il peccato del mondo, il nostro peccato, tutto il male, anche il coronavirus, e lo lava con il suo sangue, con la misericordia e l’amore di Dio. E’ l’unico modo che gli rimane per togliere il peccato del mondo. Gesù, durante la sua vita, aveva predicato, compiuto molti gesti e miracoli. Ma non sono serviti a niente, perché il cuore dell’uomo è duro, ostinato e insensibile alla conversione. Quale altra strada scegliere per convincere l’umanità a spalancare il cuore all’amore di Dio? Cosa fare? Le parole non bastano più, sono necessari dei gesti, gesti forti e significativi: l’amore, il dono di sé fino alla morte! Gesù ci ha salvato perché ha molto amato. Questo è il messaggio più forte che il racconto della passione di Gesù ci offre e che desidero sia scolpito nel mio e nei vostri cuori.

C’è un particolare, nel racconto della Passione di Matteo appena ascoltato, che desidero richiamare alla vostra attenzione: lo squarcio del velo del tempio. Il velo si trova all’ingresso del Santo dei Santi, la parte centrale del Tempio di Gerusalemme, il luogo della presenza di Dio, dove il Sommo sacerdote poteva entrare una volta all’anno. Il velo segnava il limite, che nessuno poteva valicare. Con la morte di Gesù, il velo si spezza da cima a fondo, a significare che Gesù, con la sua morte, ha annullato ogni separazione tra Dio e l’umanità. Tutti, possiamo entrare nel cuore di Dio, attraverso l’amore e il cuore di Gesù. Gesù ci ha donato la sua vita, è morto per noi, perché potessimo andare direttamente al Padre, godere pienamente della comunione con Lui, spalancandoci le porte del Paradiso.

Cosa significa per noi oggi, in questo particolare contesto, amare come ama Gesù ed entrare nel cuore di Dio? Papa Francesco, recentemente ci ha invitati ad essere creativi nell’amore! Mi commuove l’amore di tanta gente, in prima persona dei medici e degli infermieri, che sono quotidianamente vicini agli ammalati, pur consapevoli di essere contagiati (sono più di 130, sinora i morti). Penso ai tantissimi volontari che offrono il loro tempo. Inoltre, oggi si celebra la 35a Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), papa Francesco ai giovani li incoraggia ad alzarsi per trovare forme creative di prossimità, di dono e di amore verso i più deboli.

Alla conclusione della Messa due gesti: il primo, affido la nostra Diocesi all’amore di Dio con un atto di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria. Chiediamo che il Signore ci liberi dal male del tempo presente per camminare forti del suo aiuto. Il secondo, la benedizione della Città di Pordenone con il Crocifisso, esprima per tutti noi, credenti e non credenti, la partecipazione all’amore di Gesù per l’umanità e il desiderio di essere dono per gli altri».