Macchine ferme. Rocchetti di filo immobili. Cilindri guida-filo bloccate. Un silenzio surreale in un luogo abituato a vedere (e sentire) scorrere migliaia di km di filo. Sino a quando? Da questo nasce il desiderio del Vescovo Pellegrini di celebrare la Messa accanto alle macchine ferme dell’azienda macchine tessili Savio di Pordenone. Per il Vescovo ha un significato particolare: essere vicini al mondo del lavoro dell’intero territorio della Diocesi, molto provato in questo tempo di pandemia. Circondato da fili, rocchetti, macchinari si è svolta la celebrazione in diretta streaming, con stile sobrio e partecipato. Nel 2011 la Savio ha celebrato 100 anni.
Ad accogliere il Vescovo Mons. Pellegrini e dargli il benvenuto sono stati i due General Manager della Savio, il dott. Mauro Moro, il dott. Maurizio e il responsabile delle risorse umane dott. Mirco Zin. Hanno concelebrato il Vicario Generale don Orioldo Marson, il delegato per la pastorale sociale don Dario Roncadin. L’animazione del canto è stata curata da don Corrado Della Rosa.
Nell’omelia il Vescovo ha pronunciato la seguente riflessione:
«Carissimi qui presenti, e con tutti coloro che ci seguono in streaming, iniziamo la Settimana Santa dal primo dei 4 luoghi simbolo: l’azienda Savio. Le parole che il Signore dice al profeta Isaia, sono parole per il nostro tempo: “Ti ho preso per mano”. Stiamo celebrando la S. Messa in un’azienda – in rappresentanza di tutte le aziende del territorio – e proprio l’azienda è il luogo del lavoro manuale, della fatica, del fare squadra e anche della gratificazione per i risultati. Questi, però, sono tempi in cui ci viene da dubitare e da mettere un punto interrogativo: sarà vero che il Signore ci sta tenendo per mano in questo tempo del Coronavirus? Ad incoraggiarci sono le parole del Salmo 26 che abbiamo ascoltato e che provo a rileggerle per questi tempi: il Signore è difesa della mia vita soprattutto in questa pandemia del virus, di chi avrò paura? Penso agli operai di questa azienda e a tutti gli operai del territorio che si pongono la domanda “come andremo a finire?”. Per chi crede ritroviamo nella fede l’ancora per reggere l’urto del dolore e anche della morte. Si, carissimi: il Signore, oggi, è difesa dalla vita di ciascuno. Ci difende dal lasciarci andare alla rassegnazione, al disfattismo, al contagio della disperazione.
C’è, invece, carissimi un contagio buono: abbiamo bisogno di contagiarci reciprocamente nel non lasciarci rubare la speranza e la fiducia dai nostri cuori. Ed è proprio il Vangelo a parlarci di giuda come ladro. Eppure Gesù verso Giuda ha uno sguardo buono, non perché compie un’azione sbagliata, ma perché è suo figlio.
Carissimi qui presenti, e tutti voi che seguite mediante la diretta streaming da casa: è questo lo spirito proprio di un’azienda: sentirsi fratelli e solidali soprattutto in questo momento di difficoltà. So bene che non sarà semplice la ripresa lavorativa dopo il fermo forzato, con perdita di capitale. Ma sono altresì convinto che sarete capaci, dirigenti e operai insieme, a trovare vie inedite che nascono proprio dalla fatica.
Quel profumo, in conclusione, di cui parla il Vangelo, vorrei che fosse il profumo dell’affetto delle vostre famiglie, dell’affetto soprattutto con i morti di questi giorni e con tutte le morti bianche sui posti di lavoro. Tra qualche giorno vivremo la Pasqua, in un modo che non avremmo immaginato: dove non ci si potrà spostare di casa in casa tra parenti. Avremo tempo e modo nei mesi futuri. Ora, spargiamo tra noi il profumo del coraggio reciproco, del sapere che il Signore non è mai insensibile al dolore dell’uomo, soprattutto dell’operaio, dell’operaia che si guadagna il pane con il sudore e la responsabilità».
Al termine della S. Messa il Dott. Maurizio Secchi ha chiesto al Vescovo una preghiera e una benedizione particolare per tutti i 1400 dipendenti del gruppo Savio, di cui 317 lavorano nella sede di Via Udine di Pordenone. Tutti i dipendenti, a breve, si augurano di riprendere l’attività lavorativa.