In questo Giovedì santo, giorno in cui ricordiamo il natale del nostro sacerdozio ministeriale, soffriamo perché, a causa della pandemia del Coronavirus, non possiamo rinnovare in modo comunitario le promesse del giorno della nostra ordinazione ed esprimere la vicinanza sia tra noi, come presbiterio, sia con le sorelle e i fratelli delle nostre comunità.
Con l’aiuto del Signore, ci auguriamo presto di poter celebrare insieme la Messa crismale, epifania della chiesa locale, nella quale ogni anno si rende presente e visibile la bellezza del sacerdozio battesimale nella diversità dei carismi, con i quali lo Spirito del Signore Risorto riveste la nostra Chiesa monrealese.
L’isolamento sociale al quale siamo costretti ci deve portare ad una maggiore comunione con tutti i membri del nostro presbiterio, nella riscoperta della fraternità presbiterale, fondata sul sacramento dell’Ordine sacro che ci è stato donato.
Come membri del popolo santo di Dio, facciamo parte dell’unica grande famiglia di battezzati, nella quale lavoriamo gli uni per gli altri e con gli altri, soffriamo e gioiamo insieme, preghiamo gli uni per gli altri, ci perdoniamo e ci correggiamo gli uni gli altri, ci accogliamo gli uni gli altri, gareggiamo nello stimarci a vicenda (cf. Rm 12,10).
Pur nelle difficoltà di questi giorni siamo chiamati a fare esercizi di comunione ecclesiale, di discernimento comunitario e di sinodalità sulle priorità pastorali della evangelizzazione, della pastorale della famiglia e dei giovani, della solidarietà ai poveri e agli ultimi.
In questa Settimana Santa, nella quale non possiamo celebrare l’Eucaristia con il popolo e soprattutto per i fedeli che non possono partecipare pienamente e attivamente ai Divini misteri, siamo chiamati a far sentire loro tutta la nostra vicinanza umana e spirituale. La vicinanza umana viene espressa condividendo la sofferenza, la solitudine, la paura della gente e promuovendo, come molti di voi stanno facendo, con l’aiuto della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali grazie alla generosità dei benefattori, gesti di solidarietà e di sostegno materiale nei confronti dei vecchi e dei nuovi poveri.
Da oggi parte grazie ad alcuni volontari il servizio di ascolto telefonico #CiStaiaCuore per un sostegno spirituale e morale alle persone in difficoltà. Su suggerimento di alcuni confratelli Vi invito a dare l’esempio ai fedeli con una offerta personale da versare sul Fondo speciale “aiutaci ad aiutare” istituito dalla Caritas diocesana per sostenere le emergenze contro il Coronavirus, tenendo presente l’esortazione di san Paolo: “Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia” (2Cr 9,6-7). Dell’utilizzo di questo fondo sarà dato puntuale rendiconto.
Per quanto riguarda la vicinanza spirituale so che non fate mancare, anche attraverso i media, momenti di preghiera e di catechesi, e che le porte delle chiese sono aperte per tutti. Voglio ricordarvi che la Celebrazione Eucaristica, primo atto di carità pastorale nella quale ogni giorno preghiamo per i vivi e i defunti, non è un fatto privato, limitato ai pochi che sono fisicamente presenti, ma per la comunione dei santi rende presente tutta la Chiesa di Cristo. Desidero esprimerVi la mia gratitudine per la bella testimonianza nel mantenere viva la comunione presbiterale e la vicinanza col popolo affidato alla nostra amorevole cura pastorale.
Questo tempo di crisi così duro può diventare un’occasione di grazia per ricercare l’essenzialità della nostra vita e avvertire la presenza di Gesù Cristo, che cammina accanto a noi verso la luce trasfigurante della Pasqua. Nella speranza di poterci presto incontrare nuovamente insieme, auguro una Santa Pasqua a Voi e a tutte le vostre comunità, alle quali chiedo di far giungere la mia benedizione.