Mons. Pennisi: il Giovedì Santo ricorda l’amore fraterno di cui Cristo ci ha dato l’esempio

Mons. Pennisi: il Giovedì Santo ricorda l’amore fraterno di cui Cristo ci ha dato l’esempio

Oggi siamo riuniti come Gesù e gli Apostoli nel cenacolo per celebrare l’Eucaristia, memoriale della nuova ed eterna alleanza, che rende presente per noi il mistero pasquale di Cristo.

Oggi non facciamo una commemorazione storica, una messa in scena, una finzione collettiva nella quale ricordiamo l’ultima cena, ma  attualizziamo la pasqua di Gesù in cui celebriamo il memoriale della nostra salvezza.

L’Eucaristia come continuazione del mistero dell’Incarnazione e della Redenzione si colloca in stretto rapporto con la Chiesa  che è il Corpo di Cristo.

Per mezzo dello Spirito Santo nell’Eucaristia,  Gesù Cristo costituisce la comunità dei credenti come suo Corpo.

Il perdono dei nostri peccati, la nostra redenzione derivano dalla passione e resurrezione del Signore, di cui l’Eucaristia è il memoriale perenne.

Mediante l’Eucaristia il Cristo è realmente presente  in mezzo a noi e noi siamo realmente presenti a Cristo, gravitiamo attorno a Lui, siamo  trasformati e divinizzati  in Lui.

L’Eucaristia è il cuore del cristianesimo, essa è al centro della vita ecclesiale. L’Eucaristia è la memoria vivente che Uno è morto per noi , perché ci amava di un amore infinito.

L’Eucaristia trova la sua anticipazione nella Pasqua ebraica legata alla liberazione del popolo d’Israele dalla schiavitù dell’Egitto e al sacrificio dell’agnello come vittima pasquale.

Nella lettura del libro dell’Esodo ci viene presentato il popolo di Israele, che, in un momento particolarissimo della sua storia, celebra la Pasqua che acquista ora un significato nuovo. Non più la festa della primavera nascente ma è il passaggio del Signore che viene a liberare il suo popolo dalla schiavitù e accompagnarlo verso la libertà  per stipulare una alleanza di amore.

E’ in questo contesto che Gesù Cristo celebra l’ultima cena  ed istituisce l’Eucaristia come sacrificio della nuova alleanza.

L’Apostolo Paolo ci dice che la Pasqua ora viene ad assumere un nuovo significato: non più una liberazione sociale e politica, ma la liberazione dal peccato. Non più ricordo dell’epopea di un popolo nel suo passaggio dalla schiavitù alla libertà, ma passaggio del Signore Gesù al Padre; ora è Lui il vero agnello pasquale, che si è immolato per noi, per donarci la libertà, la vera e definitiva libertà: questo è il nuovo “memoriale”.

L’eucaristia è rinnovazione della nuova alleanza nel  sangue del vero Agnello.

Giovanni non ci racconta l’istituzione dell’Eucaristia ma ci parla di essa aiutandoci a comprendere il suo significato  profondo: l’amore fino alla fine di Cristo per noi .

Questo amore si manifesta attraverso il segno della lavanda dei piedi, un’azione di amore che Pietro in un primo tempo non vuole accettare perché va contro l’immagine che egli si era creata del Maestro. Ma Cristo gli dice che solo lasciandosi lavare i piedi dal suo Signore potrà seguirne l’esempio realizzando nel suo servizio pastorale lo stesso abbassamento di amore verso i fratelli.

Dall’Amore di Dio rivelato in Gesù Cristo dovrebbe scaturire, la capacità di misericordia gli uni verso gli altri, il servizio umile e disinteressato al prossimo,  l’amore tra di noi che confessiamo, aderiamo, crediamo al Dio di Gesù.

Ogni giovedì santo la chiesa ci ricorda il comandamento nuovo del Signore cioè l’amore fraterno di cui  Cristo ci ha dato l’esempio.

Ma nell’Eucaristia attraverso il dono di sé Gesù Cristo ci dona anche la forza di amare i fratelli.

Il legame fra eucaristia e amore dei fratelli è  sempre importante per tutti. Non ha senso celebrare l’Eucaristia se regna l’odio, la discordia, la disunione.

Oggi noi celebrando l’Eucaristia vogliamo porre un segno profetico: in un mondo diviso e pieno di gesti di violenza,  vogliamo porre un gesto di amore, di unità, di pace, di riconciliazione.

La decisione di seguire Gesù, nostra Pasqua, che da Maestro e Signore si è fatto nostro servo,  si  deve tradurre in gesti di accoglienza, di comprensione, di servizio, di condivisione, di perdono all’interno delle nostre famiglie e con ogni persona che incontreremo; si  deve tradurre in gesti d’impegno sociale nei luoghi di lavoro, di studio; nei luoghi dove si fanno progetti per la convivenza civile.

Lo spirito del “servizio per amore”, ci trovi operosi in questa nostra Chiesa e nella costruzione della città degli uomini,, dove ciascuno è chiamato ad essere protagonista con la sua preghiera, la sua testimonianza e il suo impegno.

Preghiamo il Signore Gesù che il primo giovedì santo istituì assieme l’eucaristia sacramento del suo amore e il sacerdozio ministeriale sacramento dell’ amore pastorale di Cristo, che deponga ancora una volta le sue vesti per noi e ci rivesta della sua misericordia, che ci lavi i piedi e il capo per purificarci dei nostri peccati, che doni a tutti noi la grazia di attingere da questo mistero di amore l’energia necessaria per chinarci su di lui  per manifestargli la nostra consolazione  e la  nostra vicinanza e per essere testimoni credibili di amore,  in un mondo immerso nell’egoismo e nella violenza  e testimoni di unità e riconciliazione in un mondo diviso,  a partire dalla convinzione che noi che ci nutriamo di un solo pane, siamo un solo corpo in Gesù Cristo nostra Pasqua.