Mons. Semeraro: san Paolo VI, modello di vita sacerdotale

Mons. Semeraro: san Paolo VI, modello di vita sacerdotale

Carissimi, ricorre domani, 29 maggio 2020, la memoria liturgica di san Paolo VI, papa; una ricorrenza che nella nostra Diocesi è memoria obbligatoria. Quest’anno essa coincide col centenario dell’ordinazione sacerdotale di Giovanni Battista Montini e questo ci offre l’opportunità anche per un’ulteriore riflessione che, aggiunta ai temi di meditazione dell’odierno ritiro spirituale, ci prepara al rinnovo delle promesse sacerdotali che faremo sabato prossimo nella Messa vespertina di Pentecoste.
In allegato a questa mia trovate il testo di un articolo apparso oggi su L’Osservatore Romano. Vi chiedo di leggerlo, perché è una testimonianza davvero bella sulla spiritualità sacerdotale di Paolo VI. Nell’intervento troverete anche una simpatica confidenza fatta da papa Francesco a un gruppo di vescovi. Altre volte ho riferito che simile confidenza il Papa la fece anche a me qualche tempo prima del rito di canonizzazione, mentre mi congedava al termine di un incontro privato in Santa Marta. «Sono in dubbio se indossare i paramenti rossi o bianchi», mi disse ed io, preso alla sprovvista (era già aperta la porta dell’ascensore e stavo per entrarvi) gli risposi: «Ma… per un Papa i paramenti rossi non si usano nei riti esequiali?». Francesco, di rimando: «Non hai capito… Intendo dire se devo canonizzarlo come martire!».
Nel corso dell’articolo di G. Adornato trovate pure qualche testimonianza di J. Guitton, che di Montini fu amico personale. Sulla vocazione sacerdotale di Paolo VI egli ha pure lasciato questa testimonianza: «Un giorno udii dalla sua bocca questa confidenza: “durante la mia gioventù, mi pareva dì avere molteplici vocazioni, che erano richiami a una vita laica. Volevo essere senatore come mio padre, medico come mio fratello, contemplativo come mia madre… Ma volevo essere anche artista, oratore, viaggiatore, evangelizzatore… Come realizzare quelle vocazioni, numerose, contrarie e divergenti? Trovai la soluzione. Per accordare tutte le vocazioni laiche e per sublimarle, per essere un laico perfetto, non avevo che una soluzione: farmi prete!».
Per molti aspetti ciò che diceva Paolo VI somiglia a quanto di sé ha lasciato scritto santa Teresa di Gesù Bambino e si legge nel Manoscritto B 3r°v° (brano ripreso, oltretutto nella II lettura dell’Ufficio della santa, al 1 ottobre). Teresa sintetizzava tutti i suoi desideri nella frase: La mia vocazione è l’amore; Montini li risolve nel farmi prete! Essere prete – amare: un tema che riprenderò nell’omelia di sabato sera. Nei disegni di Dio le coincidenze non sono casualità, ma appuntamenti: Giovanni Battista Montini nacque il 26 settembre 1897 e fu battezzato tre giorni dopo, il 30 settembre. Ad alcune centinaia di chilometri ad ovest, alle ore 19,15 dello stesso giorno moriva a Lisieux sr. Teresa di Gesù Bambino. Jean Guitton commentava: «La coincidenza sarebbe meno straordinaria se, nel diario di sua sorella [di S. Teresa], Agnese di Gesù, non fosse stato trovato questo passaggio misterioso e affascinante: “Il giorno 25 giugno, festa del Sacro Cuore, Teresa mostrò a sua sorella il passaggio di un libro devoto che parlava dell’apparizione di un bella Signora vestita di bianco presso un bambino battezzato”. Teresa disse alla sorella: “Più tardi andrò anch’io così intorno ai bambini battezzati”».
Forse la sintonia fra questi due santi cominciò proprio la sera di quel 30 settembre 1897. Paolo VI ha molto amato la nostra Chiesa di Albano e davvero molto le ha donato. Anche per questo abbiamo voluto che a lui fosse intestato un segno della nostra carità pastorale: la Social Housing Paolo VI, ossia la struttura sita in piazza vescovile, il cui piano terra è occupato dalla Caritas diocesana per alcuni servizi e dove, nei piani superiori, si offre un alloggio temporaneo a persone o famiglie in difficoltà. Guardando a san Paolo VI come a nostro modello di vita sacerdotale, affidiamo a Dio i nostri impegni sacerdotali fiduciosi nell’aiuto della Vergine Maria, madre della Chiesa, la cui memoria obbligatoria, dal decreto della Congregazione competente dell’11 febbraio 2018, è fissata al lunedì dopo la Pentecoste, che quest’anno ricorrerà il 1 giugno p.v. (per la Messa si utilizzano i testi della Messa votiva della «Beata Vergine Maria Madre della Chiesa»). Arrivederci sabato sera.