Nell’educazione il futuro

Nell’educazione il futuro

di Ernesto Diacodirettore dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università

Le prime a chiudere e le ultime a riaprire. E nel mezzo? Didattica a distanza, corsi in streaming, esami di laurea online. La scuola e l’università al tempo del coronavirus hanno chiesto aiuto alla tecnologia, ricevendone in abbondanza. Si tratta delle prove generali dell’educazione del futuro? C’è da riflettere, intanto il messaggio che giunge dagli studenti costretti a casa ormai da due mesi è soprattutto un altro. Per dirlo con le parole affidate a internet da Giacomo, 16 anni, trentino: “Scuola, mi manchi. Non ci dimenticare. Prenditi, come sempre, cura di noi”.

Non è retorica affermare che l’emergenza sanitaria ha fatto risaltare il valore essenziale della scuola come comunità educativa dove la qualità delle relazioni determina la qualità dell’apprendimento. E l’insegnante, liberato dal ruolo di dispensatore di informazioni, si rivela esperto di piattaforme valoriali e di significati, prima che informatiche. Tornare allo svolgimento del “programma”, ai compiti e all’orario scolastico come erano prima significherebbe aver sprecato un’occasione. La parola da tenere a mente è autonomia: degli istituti e, con guide sapienti, degli alunni. “Impareranno meno? No, impareranno diversamente”, sintetizza Alberto Pellai.

Con gli stimoli emersi dall’esperienza di questi mesi ha provato a confrontarsi anche la Consulta dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università, mediante la condivisione dei pensieri contenuti in allegato. Ad aprire la rassegna, un’ampia riflessione introduttiva del prof. Sergio Cicatelli, a cui seguono i contributi dei membri dell’organismo nazionale.

Una prospettiva trasversale che appare ancora più urgente e strategica è quella dell’alleanza educativa fra tutti coloro che hanno responsabilità: scuola e famiglia, Chiesa e istituzioni, mondo del lavoro e della comunicazione. È un tema caro a papa Francesco, che spesso ha ricordato quanto pensare all’educazione sia pensare al futuro dell’umanità. Di conseguenza, progettare il futuro dell’umanità dopo la pandemia chiede di (ri)pensare l’educazione già da oggi.