“Se tutti stiamo soffrendo le limitazioni imposte dalla necessità di arginare la pandemia, tra coloro che si trovano in condizione di particolare disagio ci sono i nostri anziani”. Lo sottolinea don Ivan Maffeis, sottosegretario e portavoce della Cei, che fa riferimento “a quanti si sono trovati a vivere in residenze sanitarie assistenziali dove il pericolo del contagio è stato sottovalutato, per cui sono aperte anche indagini giudiziarie”, ma anche “ai tanti che da settimane vivono isolati, privi della possibilità di poter ricevere la visita di un familiare o di una persona amica e, quindi, esposti più di altri alla solitudine e alla tentazione di cedere allo sconforto”.
“Pensando a queste persone, ci accorgiamo che, accanto al problema materiale del sostegno e dell’assistenza, c’è dell’altro: i nostri anziani – spiega don Maffeis – hanno bisogno di sentirsi valorizzati, di sentire che la loro esperienza e ricchezza di vita umana e spirituale incontra rispetto, attenzione, considerazione”.
Come ripete spesso Papa Francesco, gli anziani “sono le nostre radici, la nostra storia, ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria”.
Ecco allora che, secondo il sottosegretario della Cei, “l’annuncio di Pasqua –‘il Signore non ci lascia soli’ – passa attraverso segni concreti di tempo donato, di momenti condivisi”. “Se in queste settimane per molti versi questa prossimità ci è preclusa – conclude – cerchiamo di farci trovare pronti alla ripresa”.