POST.it 5 parole per comprendere il presente e costruire il futuro
Post.it – 5 parole per comprendere il presente e progettare il futuroa cura dell'Ufficio Diocesano Cultura Scuola e UniversitàTRASFIGURARE: Riflessione a cura di Mons. Giuseppe La Placa Vicario GeneraleTrasfigurare. Un cammino “dal buio alla luce”Tra le cinque vie di evangelizzazione e umanizzazione indicate dal Convegno ecclesiale di Firenze, quella del “trasfigurare” rappresenta certamente la sintesi delle quattro vie che la precedono e insieme la meta del cammino dell’uomo. In maniera particolare, la meta del cammino cristiano.Così come avvenne per i tre discepoli sul monte Tabor, per il cristiano trasfigurare è accedere alla verità del mistero di Cristo, consapevoli che – come leggiamo in Gaudium et Spes 22 – «solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell’uomo». «Cristo Redentore – scriveva Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptor bominis – rivela pienamente l’uomo all’uomo stesso. (…) In Cristo l’uomo diviene nuovamente “espresso” e, in qualche modo, nuovamente creato».Ed è proprio a partire da questa nuova creazione, in Cristo Redentore, che l’uomo può acquistare uno sguardo nuovo, uno sguardo “altro” sul mondo e sulla realtà che lo circonda. Può acquistare, cioè, uno sguardo di fede che diviene in lui consapevolezza delle sue migliori capacità e delle sue più belle possibilità di umanizzare il più possibile l’umano e trasformare, secondo la misura, la statura e la figura di Cristo, tutto ciò che cade sotto i suoi sensi.Sul monte Tabor i discepoli sono chiamati a contemplare la bellezza di Dio in Gesù Cristo. Una bellezza che a noi può sembrare irreale, ma che invece diviene icona del nostro stesso destino: siamo fatti, cioè, per la gloria di Dio e la nostra meta è di essere totalmente trasfigurati nella sua immagine.Come per i tre discepoli sul monte, anche per noi, dunque, non una trasfigurazione da contemplare o da subire passivamente, ma una trasfigurazione da agire, espressa, cioè, in forma attiva. Nel primo caso “trasfigurare” è esperienza di morte, nel secondo è esperienza di vita.Nella relazione con gli altri, ad esempio, ci si può trasfigurare nella rabbia, nel rancore, nell’indifferenza o nell’odio, oppure si può trasfigurare la relazione offrendo o ricevendo un abbraccio di riconciliazione e di perdono, compiendo un passo di ritrovata amicizia, concedendo l’opportunità di una rinnovata fiducia.Ci si può ancora trasfigurare in un piatto e accomodante conformismo e nella ricerca dell’egoistico tornaconto personale; oppure si può andare controcorrente, scegliendo di servire la verità, parlando e, qualche volta anche denunciando, anche quando sarebbe più comodo e “conveniente” tacere.Ci si può trasfigurare in giudici spietati che emettono giudizi e condanne senza appello; oppure si può accogliere l’altro senza giudizi e pregiudizi, rinunciando allo sterile esercizio di stendere la lista dei buoni e dei cattivi, dei meritevoli e degli esclusi.Ci si può trasfigurare nel delirio di onnipotenza, nella superbia e nell’arroganza; oppure si può, con semplicità e umiltà, mettere a servizio degli altri la propria intelligenza e i propri talenti.E ancora, ci si può trasfigurare nel proprio lavoro, diventando schiavi del profitto e del possesso, riducendo il lavoro solo ad occasione per lo stipendio o per la carriera; oppure si può trasfigurare il proprio lavoro esercitandolo come un mezzo per esprimere sé stessi e la propria dignità, sapendo di collaborare all’opera creatrice di Dio stesso.Questi, solo alcuni esempi di un elenco che ognuno, se vuole, può personalmente continuare a stilare in un sereno e sincero esame di coscienza, consapevoli che tutta la nostra vita si gioca spesso su questa logica binaria, ma alternativa, tra essere e dover essere, tra ciò che scegliamo di essere, imboccando spesso la via delle tenebre, e ciò che invece potremmo diventare, percorrendo la via della luce.San’Ireneo di Lione scriveva: «Cristiano, diventa ciò che sei!». Ricordati, cioè, che sei figlio nel Figlio, ma devi sempre più diventarlo impegnandoti ogni giorno nella missione che Dio ti ha affidato in questo mondo.Solo quando prendiamo coscienza di questa nostra dignità, seguendo Cristo e il suo Vangelo, e compiendo le scelte che ne seguono la logica, la voce del verbo trasfigurare non sarà solo la forma verbale di un triste e banale presente, ma trasfigurare sarà semplicemente la voce del Verbo (con la “V” maiuscola), quella cioè che spalanca le porte ad un futuro di speranza, anche quando il male che ogni giorno ci circonda può sembrarci davvero invincibile.Solo allora la vita sarà una bella ed esaltante avventura anche nelle diverse situazioni di prova e di sofferenza, come quelle che stiamo vivendo a causa della terribile pandemia del Coronavirus. Solo allora la vita sarà “trasfigurazione”, passaggio dal “buio alla luce”.
Pubblicato da Ufficio Comunicazioni Sociali Diocesi di Caltanissetta su Venerdì 3 luglio 2020