Processioni. Le disposizioni di mons. Fanelli

Processioni. Le disposizioni di mons. Fanelli

Carissimi confratelli, come già vi ho comunicato venerdì scorso, 12 giugno, il Ministero dell’Interno in risposta alla CEI, con una Nota di giovedì 11 giugno u.s., ha allentato le restrizioni rigide riguardanti lo svolgimento delle processioni religiose, nel rispetto di tutte le norme di protezione individuale già in vigore.

Da un’attenta lettura della suddetta Nota ministeriale – che vi allego – emerge con inequivocabile chiarezza un fortissimo invito ad avere in questa nuova fase di contenimento dell’emergenza pandemiologica un atteggiamento prudenziale ed equilibrato. In base alla normativa vigente attualmente, anche in ordine allo svolgimento delle processioni, il responsabile a livello civile e penale resta il Parroco, quale legale rappresentante della Parrocchia, che è chiamato ad osservare tutte le disposizioni governative per il contenimento e la gestione dell’emergenza pandemiologica da Covid-19.

Pertanto, preso atto che nella suddetta Nota non si ravvisano grandi possibilità per permettere lo svolgimento delle processioni senza evitare forme di assembramento, soprattutto in un territorio come il nostro dove queste manifestazioni religiose vedono una partecipazione notevole di fedeli, è necessario fare una valutazione organica e generale, che tenga presente ogni situazione sia di ordine pubblico e sanitario che sociale e pastorale, in un orizzonte più ampio come di fatto è quello diocesano, piuttosto che particolare, come lo è quello della singola parrocchia.

Inoltre bisogna anche tener conto che le singole misure da predisporre e le diverse cautele da adottare, in vista dell’organizzazione e dell’attuazione delle processioni, per assicurare il contenimento del contagio da coronavirus, non sono adempimenti di poco conto e di facile gestione.

Alla luce delle considerazioni sopra richiamate e delle precedenti indicazioni ecclesiali, emanate per tutta la Diocesi con la mia lettera 2 aprile u.s. (Prot. n. 08/2020/VE),

PER I PROSSIMI MESI,

salvo disposizioni contrarie, che vi comunicherò tempestivamente, in considerazione delle attuali norme sanitarie emesse dagli organi di governo competenti, soprattutto nel protocollo dell’11 giugno 2020,

STABILISCO CHE, PER IL TERRITORIO DELLA NOSTRA DIOCESI,

PER ORA, IN ORDINE ALLE PROCESSIONI,

RESTANO IN VIGORE

TUTTE E SINGOLE LE INDICAZIONI GIÀ COMUNICATE IL 2 APRILE U.S.

E, PERTANTO,

SONO SOSPESE TUTTE LE PROCESSIONI RELIGIOSE.

Le nostre feste, soprattutto in questa fase storica, segnata dalla pandemia, devono diventare occasioni per offrire alla nostra gente segni chiari e credibili di speranza e di responsabilità, anche individuando forme celebrative adeguate alle misure di contenimento del contagio (ad esempio celebrazioni contingentate all’aperto, ecc …). Non possiamo, infatti, trascurare la particolarità dell’ora presente, che per tante famiglie è purtroppo segnata da una non indifferente crisi economica. La comunità cristiana deve distinguersi per la capacità di prendersi carico, soprattutto in questo periodo, dei bisogni del territorio, delle povertà che crescono, sapendo manifestare sempre, pur con grande discrezione, nella solidarietà e nella trasparenza, il volto di una Chiesa che vuole condividere il vissuto dei più poveri e dei più deboli.

Trasformiamo questi momenti in occasione di catechesi e di riflessione sul valore della vita, sul significato cristiano della festa religiosa e della comunità, sull’urgenza spirituale ed etica della testimonianza di vita e della carità cristiana.

Carissimi, osserviamo con spirito di comunione ecclesiale queste disposizioni. Esse non vogliono impedire nessuna legittima forma di manifestazione religiosa, ma – come dicevo – educare alla corresponsabilità in vista del bene comune nella salvaguardia della salute collettiva.

Vi esorto, pertanto, ad aiutare i fedeli a comprendere il significato e il valore di queste scelte ecclesiali e ad accompagnare le nostre comunità a vivere con responsabilità civile e morale questo tempo di uscita dalla pandemia, nella comprensione anche la liturgia prevede momenti diversi dalle processioni mediante i quali è possibile manifestare la nostra devozione alla Madre di Dio e ai Santi. E’ nostro dovere di pastori fare in modo che – in questo particolare momento storico – queste altre modalità liturgiche con cui venerare la Madre di Dio e i Santi siano praticate, perché più gestibili e più controllabili dal punto di vista dell’applicazione delle misure sanitarie, senza che venga spento il senso della gioia della festa.

Sarà mia cura, nel momento in cui le prescrizioni civili saranno meno gravose e più praticabili, offrirvi ulteriori indicazioni pratiche. Le presenti disposizioni vengono trasmesse per conoscenza a tutti i Sindaci del territorio.

Nella certezza che ogni buon cammino ecclesiale vissuto in comunione produce frutti di testimonianza credibile, vi saluto fraternamente nel Signore.