Ripresa delle celebrazioni: la lettera di mons. Parmeggiani

Ripresa delle celebrazioni: la lettera di mons. Parmeggiani

Carissimi fratelli e sorelle, come saprete da lunedì 18 maggio, in tutte le nostre chiese riprenderanno gradualmente le celebrazioni liturgiche con il popolo.

E’ un momento che in queste settimane abbiamo tanto atteso e al quale giungiamo — almeno lo spero — non per tornare a “fare come abbiamo sempre fatto…”, a volte con disattenzione o poca partecipazione interiore, come il soddisfare a un precetto scomodo a cui assolvere, come un obbligo a cui sottostare perché altrimenti non sarebbe stata data la prima comunione o la cresima ai propri figli, per tradizione, ecc. … ma con una rinnovata consapevolezza acquisita anche e forse proprio in questo tempo di pandemia dove tutti abbiamo avuto modo di ricontattare il più intimo di noi stessi e domandarci: “perché credo?”, “come credo?”, “in Chi credo?”.

E proprio circa l’Eucaristia auspico che sia cresciuta anche la consapevolezza che “l’Eucaristia fa la Chiesa e la Chiesa fa l’Eucaristia”. In parole semplici: nella celebrazione dell’Eucaristia ci viene donata la Parola di Dio che suscita la conversione e ci fa desiderare di unirci al Suo Amore, quell’Amore pasquale del Corpo e del Sangue del Signore Risorto che per l’azione dello Spirito Santo si rende realmente presente sui nostri altari per donarsi a tutti noi affinché condividendolo diveniamo un corpo solo: la Chiesa! La Chiesa, ossia l’assemblea dei convocati da questo Amore grande di Dio, che fa l’Eucaristia per fare esperienza continua, anche ogni giorno, dell’Amore divino. Un Amore così grande che non si può contenere e che ci spinge a portarlo a tutti con i fatti più che con le parole. Un Amore — quello eucaristico — che ci spinge ad amare i fratelli mettendoci in atteggiamento di servizio verso di loro, lavando loro i piedi come Cristo li ha lavati a noi nella notte in cui veniva tradito.

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