Sassari. Mons. Saba: il cammino quaresimale continua nelle relazioni

Sassari. Mons. Saba: il cammino quaresimale continua nelle relazioni

Con un videomessaggio, l’arcivescovo di Sassari, Gian Franco Saba, ha voluto esprimere la vicinanza e l’impegno della Chiesa diocesana in questo momento di emergenza a tutti gli abitanti del territorio. 

«Al fine di poter raggiungere in modo diretto e immediato tutti i fedeli della diocesi turritana, tutti gli abitanti del nostro territorio, i presbiteri, i diaconi, le religiose, i religiosi e quanti operano attivamente nel contesto pastorale diocesano, ho scelto la via dei mezzi di comunicazione della diocesi per indirizzare un saluto e rendere presenti gli orientamenti pastorali per questo tempo di Quaresima che erano già in programma, ma che ora, date le situazioni di criticità, siamo chiamati a vivere in altra forma. Desidero anzitutto che per ciascuno di noi, come comunità diocesana, come parrocchie, gruppi associazioni, movimenti, in questo momento sentiamo e riscopriamo il Mistero della Chiesa come Corpo di Cristo e quindi l’essere membra gli uni degli altri come edificio vivente. La Chiesa perciò non chiude i battenti, la Chiesa è sempre viva e operante perché la Chiesa è il popolo di Dio in cammino. L’edificio della Chiesa esiste perché la Parola di Dio possa essere ascoltata, spiegata, compresa, perché possa essere celebrato il Mistero dell’Eucarestia; ma noi sappiamo che l’Apostolo invita ciascuno di noi ad offrire se stesso come sacrificio santo, vivente e gradito a Dio. Questo indirizzo spirituale credo che posso aiutare ciascuno di noi a riscoprire la dimensione della Chiesa come Mistero che ci lega gli uni agli altri, a prescindere anche dalla possibilità concreta di potersi radunare in assemblea, come le circostanze epidemiologiche di questo momento non consentono. Essendo membra gli uni degli altri e legati a Cristo Capo della Chiesa, tutti abbiamo la possibilità di continuare a vivere e celebrare la liturgia viva del Mistero della relazione con Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. Pertanto desidero che ciascuno di noi, attraverso la preghiera, attraverso la partecipazione viva dalle proprie abitazioni, dalle proprie case, possa sentire e far vivere la presenza di essere Chiesa, di essere Chiesa domestica: una Chiesa di famiglia, anche se non radunata nella sua forma piena. Invito pertanto all’utilizzo dei media, dei mezzi straordinari di comunicazione della Diocesi perché, considerata l’impossibilità di potersi radunare, non venga meno il cammino di accompagnamento spirituale nella fede, nella speranza e nella carità. Far percepire la solidarietà della preghiera in modo sensibile, anche attraverso la comunicazione, credo possa essere di incoraggiamento ai tanti operatori sanitari, alle persone ammalate, a coloro che sono maggiormente esposti, alle persone anziane, sole e che vivono soprattutto anche stati psicologici di maggior sofferenza. La preghiera è veramente la forza che ci dà la grazia di vivere e affrontare questo momento; pertanto il cammino quaresimale non si interrompe, ma siamo chiamati a tradurlo e viverlo dentro l’attuale contesto, in questo momento specifico. Così come la Chiesa diocesana non è chiamata ad interrompere il ministero della carità, del servizio verso l’altro, attraverso forme intelligenti di carità. Tra scienza e fede non vi è contrapposizione, ma un attento dialogo tra queste due dimensioni potranno suggerire le forme più appropriate e più efficaci di essere vicini soprattutto alle persone fragilizzate. Questo è il servizio che la stessa Caritas continuerà a portare avanti secondo le modalità più appropriate. Desidero quindi invitare a partecipare a quegli appuntamenti che l’emittente diocesana, di Libertà, consente e così le altre forme di comunicazione che saranno rese note nel programma del sito web della diocesi, perché non sparisca in noi il senso di essere il Corpo di Cristo che è la Chiesa. Non sottovalutiamo il valore e la forza della preghiera. La preghiera non è estraneazione, la preghiera è partecipazione, perché ci aiuta a portare nel cuore la persona e le persone, è una forma viva di relazione dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono. Forse mai come in questo momento, all’interno delle famiglie, i genitori, i papà, le mamme, i nonni potranno educare e ricordare ai figli la riscoperta della preghiera del «Padre Nostro», di Dio che è Padre di tutti; la riscoperta della preghiera di Maria, che si mette al servizio del progetto di Dio. Quindi possiamo dedicare un po’ di tempo in più per essere alla presenza di Dio, vivere la relazione con Dio come si vivono i rapporti abituali della nostra vita, della nostra esistenza. La dimensione negativa di questo momento può essere trasformata in un passaggio dalla condizione di isolamento alla condizione di nuove forme di relazionalità: una riscoperta più forte della fede, di una fede di relazione con Dio e di relazione con il prossimo nelle forme consentite. Non solo: in questo momento rivolgendoci a Dio come Padre riscopriamo che preghiamo non solo per noi stessi, ma per gli altri. La preghiera è una scuola di educazione alla vita della Chiesa. È un’esperienza nella quale si esce dall’individualismo e, anche dialogando con Dio, sperimentiamo e diciamo che l’altro mi interessa, che l’altro non è fuori dalla mia vita. Riscopriamo che la forza della Grazia di Dio va al di là delle nostre povertà e della nostra inefficacia e perciò di come sia molto importante che questo momento continuiamo a vivere il cammino quaresimale verso la Pasqua, continuiamo a vivere il cammino della vita parrocchiale, non nella prospettiva del tutto chiusotutto messo in stand-by, ma nella prospettiva della relazione con Cristo e delle relazioni con gli altri nelle modalità consentite. Così vivremo e scopriremo che la relazione spirituale non è meno reale di quella diretta ed immediata. Non solo: scopriremo anche la preghiera e il carattere universale della nostra relazione con Dio e con il prossimo. La Madonna delle Grazie ci aiuti, custodisca questo territorio che tante volte ha salvato e protetto da tante e pestilenze, e così tutta la Chiesa e l’umanità».