Donna in gravidanza. L'ecografia.

Scienza e Vita: fermo dissenso per le richieste di facilitazione dell’aborto farmacologico in tempi di coronavirus

Un “tanto doloroso quanto convinto dissenso” è stato espresso da Scienza e Vita riguardo alle “richieste specifiche presentate per implementare le pratiche chimiche di aborto” in tempi di coronavirus. “Ancora una volta – denuncia l’associazione – assistiamo all’invocazione di uno stato di necessità per eliminare i già labili argini ad una ulteriore banalizzazione dell’aborto chimico”. Proprio in questo “drammatico momento, nel quale la solitudine sembra la cifra caratteristica della pandemia in atto”, Scienza e Vita ritiene “sia ingiusto affidare all’automatismo e alla telemedicina un rapporto medico-due pazienti così delicato e bisognoso di vicinanza umana. A meno che non si voglia proseguire nella vecchia prospettiva di invocare urgenze per scavalcare strumentalmente limiti che non si riescono ad abbattere nella ordinaria revisione scientifica ed etica”.
Nel ribadire che “l’aborto, a nostro giudizio, è e resta un atto ingiusto e banalizzarlo non aiuta a comprenderne la profonda e dirompente azione disgregatrice del tessuto sociale e umano”, l’associazione considera “francamente crudele sottovalutare, in questo momento drammatico, le possibili conseguenze cliniche e psicologiche, facilitando proprio quello stato di abbandono delle donne vittime di violenza che si nominano come più bisognose di questa innovazione”. “Esprimiamo – conclude la nota – la nostra solidale vicinanza e comprensione per chi si trova ad affrontare una gravidanza tra pesanti difficoltà e, magari, in angosciante solitudine, ancor più in questo difficile tempo di epidemia. Nella speranza che tanti gesti di aiuto concreto possano accompagnare e sostenere ogni vita nascente”.