Ogni mattina inizio la mia giornata con la preghiera nella piccola cappella dell’episcopio, da solo davanti al tabernacolo. Nel silenzio orante sento di non essere realmente solo perché porto con me, sempre, la Chiesa che mi è stata affidata e quanti mi sono più cari. In questo dialogo personale con il Signore affido a Lui ogni mia preoccupazione, chiedo a Lui il dono del discernimento perché il mio agire possa sempre essere orientato al bene. Fin dall’inizio di questo tempo straordinario, che ci toglie la quotidianità e ci obbliga a rimodulare i nostri tempi, le nostre azioni, e anche inevitabilmente la nostra vita di fede, mi sono chiesto interiormente e ho chiesto al Signore nella preghiera, il senso di tale esperienza. Forse lo comprenderemo pienamente solo quando sarà tutto finito ma non possiamo far passare questo tempo inermi, nella disperazione e nell’impotenza. Non saremmo cristiani, ogni cristiano sa che anche nella solitudine e nell’isolamento più profondo non è da solo, Dio è con lui.
Qualsiasi cosa chiederete uniti nel mio nome va la concederò (Gv 14, 13) Voi mi direte: ma le Chiese sono chiuse, non possiamo accedere ai sacramenti… siamo lontani da Dio.
Con San Paolo possiamo dire: “Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? Dio è con noi sempre, in ogni luogo e allora dobbiamo pregare, in comunione con tutta la Chiesa, e chiedere a Lui la forza e il coraggio per superare questo momento e dare un senso alla vita di questi giorni.
Personalmente avevo già aderito ad una prima iniziativa di preghiera che i giovani del Movimento dei Focolari (GEN) hanno avviato in tutto il mondo: ogni giorno alle ore 12.00 dovunque sei fermati a pregare. Lo hanno chiamato TIME OUT, una preghiera fatta insieme nei cinque continenti per chiedere al Padre un’unica cosa. ( La preghiera recita: Ti chiediamo nel nome di Gesù di bloccare la diffusione di questo virus, di guarire i malati, di preservare la salute di tutti e sostenere chi opera nel mondo della sanità. Ti chiediamo la saggezza nei politici, a cooperazione di tutti gli uomini per sconfiggere questo male. Ti chiediamo di portare un conforto speciale per i malati gravi e a tutti quelli che stanno per concludere il loro viaggio terreno.)
Un altro invito a cui ho dato la mia adesione è venuto da alcune famiglie che si erano accordate per recitare a turno il rosario così da coprire un intera giornata. Ho subito colto la bellezza dell’esperienza e ho dato la mia disponibilità a coprire un turno.
Ecco dunque, la preghiera incessante del popolo santo di Dio. Una domanda però continuava ad agitare il mio cuore: come fare per azzerare le distanze, come posso io e miei sacerdoti insieme alle comunità religiose essere vicino alla mia gente, annullare le distanze? Allora riformulando un’iniziativa che avevamo già in programma con i sacerdoti e i religiosi della diocesi, abbiamo progettato una staffetta dell’Adorazione Eucaristica, ogni giorno dalle 6 del mattino alle 24,00 di sera, ci sarà un sacerdote in una parrocchia, un religioso o una comunità di suore che a turno sono davanti all’Eucarestia davanti al Signore a pregare. Saranno loro davanti a Gesù Eucarestia a portare le preghiere di tutti anche di chi è costretto a casa. Ne sono certo, se chiediamo tuti insieme il Padre ci ascolterà poiché Gesù ci ha assicurato che qualsiasi cosa chiederemo nel suo nome ce la concederà. Allora affacciamoci dalla finestra delle nostre case, scorgiamo il campanile di una chiesa e uniamoci in preghiera con i nostri sacerdoti e i nostri religiosi, dall’aurora al tramonto e fino a notte fonda, perché non c’è notte che non veda spuntare l’aurora. Saranno loro le nostre sentinelle in questa notte che ci sembra non finire. A loro, ai nostri pastori chiediamo:
Sentinella quanto resta della notte?
Viene il mattino, poi anche la notte,
se volete domandare, domandate,
convertitevi, venite! (Isaia 21, 11)
In attesa del mattino restiamo uniti, saldi nella nostra fede, il vostro vescovo, i sacerdoti, la Chiesa, è con tutti voi.