“U panaru”, la solidarietà che parla siciliano

“U panaru”, la solidarietà che parla siciliano

Pensare la solidarietà anche come rilancio dell’economia del territorio messa in ginocchio dalla pandemia, questo il senso del nuovo progetto della Diocesi Caltanissetta, prima azione positiva del Parco Culturale Ecclesiale Terre di Sicilia, che proprio a Caltanissetta sta nascendo per valorizzare cultura, tradizioni e arte in un orizzonte di sviluppo sostenibile.

U Panaru-la Solidarietà che parla siciliano” è il titolo del progetto, che prende come simbolo di una rete solidale di sostegno alle famiglie in difficoltà un oggetto tipico della tradizione popolare: il panaru, cioè il cestino con il manico che si calava con la corda dai balconi sulla strada per essere riempito di cibo o oggetti utili che arrivavano direttamente nelle case senza ascensore, per dare una mano agli anziani o a chi era solo.

I percorsi della solidarietà questa volta hanno voluto coniugare il rilancio delle imprese locali, soprattutto agroalimentari di qualità e il diritto al cibo di tante famiglie (500 ne ha assistito la Caritas in tutta la Diocesi in questi mesi), che riceveranno nel loro simbolico panaru, le produzioni tipiche del territorio offerte ad un prezzo solidale alla Caritas da parte di tante imprese locali che così potranno mantenere e riavviare la produzione.

Per aiutare imprese locali e famiglie in difficoltà la Diocesi di Caltanissetta ha scelto di acquistare solo prodotti della nostra terra”: questo il filo rosso del progetto, che farà conoscere e valorizzerà tante produzioni di qualità che si realizzano nei comuni della Diocesi costruendo un circuito di mercato in cui la domanda e l’offerta si incroceranno sotto il segno della solidarietà sia per chi produce che per chi acquista e chi consuma.

Si tratta di olio d’oliva, passate di pomodoro, pasta di casa, biscotti, latte, formaggi, dolci, vino, verdure sottolio e sottaceto, e tanti altri prodotti che non rientrano nelle catene della grande distribuzione ma rappresentano eccellenze della lavorazione artigianale di tante piccole e medie imprese che lavorano i prodotti della terra, spesso biologici, per animare quel mercato a Km. 0 che oggi si propone come alternativa alle produzioni industriali standardizzate e non sempre salutari che invadono i supermercati e gli hard discount.

Il cibo è cultura, tradizione, artigianato di qualità, e il territorio della Sicilia centrale custodisce ancora questo patrimonio antico e prezioso che si vuole valorizzare all’interno del progetto di Parco Culturale Ecclesiale Terre di Sicilia che proprio alla terra fa riferimento sia come luogo di rappresentazione storica della civiltà che come luogo di produzioni di eccellenza da proporre ai consumatori di un circuito più vasto.

Il progetto diocesano, annunciato dal Vescovo Mario in apertura del solenne pontificale del Corpus Domini, è promosso dalla Caritas Diocesana insieme all’Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro, diretti da Giuseppe Paruzzo, prevede diversi step di sviluppo: primo passo il Panaru di prodotti tipici locali per le famiglie in difficoltà: parole antiche per una solidarietà che non si ferma.