Un “nuovo inizio”. Le disposizioni di mons. Giudice per la ripresa delle celebrazioni

Un “nuovo inizio”. Le disposizioni di mons. Giudice per la ripresa delle celebrazioni

Noè uscì con i figli, la moglie e le mogli dei figli. Tutti i viventi e tutto il bestiame e tutti gli uccelli e tutti i rettili che strisciano sulla terra, secondo le loro specie, uscirono dall’arca.
Allora Noè edificò un altare al Signore; prese ogni sorta di animali puri e di uccelli puri e offrì olocausti sull’altare. Il Signore ne odorò il profumo gradito e disse in cuor suo: “Non maledirò più il suolo a causa dell’uomo, perché ogni intento del cuore umano è incline al male fin dall’adolescenza; né colpirò più ogni essere vivente come ho fatto.
Finché durerà la terra,
seme e mèsse,
freddo e caldo,
estate e inverno,
giorno e notte

non cesseranno”.

(Gen 8,18-22)

Carissimi, eccoci ad un Nuovo Inizio in questa fase tanto delicata che ci permetterà, dal 18 maggio in modo graduale e osservando i protocolli, di riprendere a celebrare la nostra fede con il popolo.

Come ho fatto in tutte le Note, mi piace fare riferimento ad un testo biblico in modo che informare diventi anche occasione per formare. Sine dominico non possumus hanno ripetuto in tanti in questo tempo; ma come Vescovo è mio dovere ricordare che il dominico non è solo la recezione del sacramento, ma l’accoglienza del Dominus, il Signore, in tutte le sue sfaccettature, secondo la bella lezione del Concilio (cfr SC 7) e la Tradizione della Chiesa.

Ribadisco questo concetto, se ancora ce ne fosse bisogno, per dire che la sospensione delle celebrazioni con il popolo è stato un atto di carità spirituale, e non una resa o una cieca obbedienza, ma la prudente e libera condivisione di un percorso in comunione con le Istituzioni. Carità dettata solo dall’attenzione a salvaguardare la salute della nostra gente. Chi veramente vive la semplice e liberante dimensione della fede, può comprendere che cos’è per un cristiano la carità spirituale.

Viviamo questo nuovo inizio, come quando dopo il diluvio Noè uscì dall’arca, con la fiducia nella promessa di Dio e, per noi cristiani, con la serena coscienza che se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove (2Cor 5,17). Mi piace ricordare che l’Arca in questo tempo di emergenza è stata soprattutto la famiglia, riscoperta nella dimensione domestica della Chiesa, capace di mettere insieme e salvare. Nuovo inizio quindi, a piccoli passi, con fiducia, prudenza e grande senso di responsabilità.

In questo primo passo ci concentreremo sulla ripresa delle celebrazioni con il popolo, con grande attenzione al protocollo preparato in comunione tra Governo e CEI.

È bene evitare due eccessi che potrebbero presentarsi: la spavalderia di chi vuol riprendere come se nulla fosse accaduto; e la pigrizia, che può diventare accidia, di chi vuole continuare con la sindrome della tana. Tra i due estremi, scegliamo l’equilibrio prudente e saggio di chi ricomincia a piccoli passi intelligenti, ma anche con audacia e coraggio apostolico. Oltre alle perdite già registrate – non dimentichiamo i morti, e tutti i morti! – man mano scopriremo tante ferite: umane, sociali, religiose, economiche, prodotte dalla Pando-epidemia.

Per le tante ferite, è tempo, come Chiesa, di preparare il balsamo attingendo alla nostra riserva di speranza, per curarle con pazienza, onde evitare un tracollo umano ed esistenziale. Ricominciare, riprendere, ricucire, rammendare, setacciare, scegliere, dovranno essere i verbi del nostro nuovo vocabolario, usando sempre i fili indistruttibili ed invisibili della fede, della speranza e della carità. Insieme, non tornando indietro ma cercando di andare avanti, ci sforzeremo di dare una nuova forma alla società e alla Chiesa con i tratti dell’essenzialità e della sobrietà. Siamo coscienti che una nuova forma richiede una formazione nuova, capace di strutturare l’umano secondo il progetto di Dio e attingendo, a larghe mani, alle nostre fonti e alla testimonianza dei nostri santi, sugli altari e della porta accanto.
Noi, come Chiesa, ci incamminiamo fiduciosi, sapendo da Chi siamo stati mandati, e accompagnati dalla Vergine santa, tanto venerata in questo mese di maggio.

Indicazioni pratiche

Le celebrazioni in questo tempo sono permesse nelle chiese parrocchiali, santuari, monasteri e conventi.

È vietato celebrare nelle piccole cappelle e congreghe dove non è possibile rispettare le indicazioni del Protocollo.

Le nostre chiese, aperte alla preghiera personale e alla celebrazione del Sacramento della Riconciliazione, potranno permettere anche la partecipazione dei fedeli alla celebrazione dell’Eucarestia e alle altre celebrazioni dei Sacramenti, tranne che per il Sacramento della Confermazione. La partecipazione dei fedeli chiede, però, di continuare a mantenere alcune disposizioni che già erano state indicate:

– togliere l’acqua santa dalle acquasantiere;

– evitare il segno della pace;

– dare la comunione sulla mano;

– la comunione per intinzione da parte dei concelebranti e la purificazione del calice da parte dell’ultimo concelebrante o del diacono.

A queste disposizioni, in comunione con la Conferenza Episcopale Campana, si aggiungono altre indicazioni – che siamo chiamati a rispettare per essere in regola di fronte ai controlli dell’autorità competente civile e canonica, ma soprattutto per evitare denunce di fedeli o di altre persone che possono creare problemi – definite nel “Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo”, stilato in collaborazione tra la CEI, il Comitato tecnico-scientifico e il Governo:

  • porre una colonnina o una semplice bottiglietta di liquido igienizzante, all’ingresso della chiesa;
  • purificare le mani, all’inizio della celebrazione e prima della distribuzione della comunione, da parte del celebrante e dei concelebranti;
  • indossare le mascherine coprendo naso e bocca, da parte dei fedeli;
  • la distribuzione dei fedeli, nell’aula o nelle navate, rispetti la distanza minima di almeno un metro, calcolando il numero massimo di quanti possono essere presenti nella stessa celebrazione. Si potrà avere l’attenzione che le famiglie – che vivono nella stessa casa – rimangano unite. La disposizione dei banchi consenta il passaggio per la comunione. A questo proposito potrebbe essere utile indicare con un segnaposto la corretta posizione dei fedeli;
  • per le celebrazioni all’interno dell’edificio il numero massimo delle persone non superi le 200 unità, anche se la capienza potrebbe essere maggiore; per eventuali celebrazioni all’aperto la partecipazione massima non deve superare le 1000 persone (cfr Nota integrativa del Ministero dell’Interno al Protocollo tra la CEI e il Governo, in data 13 maggio 2020)
  • la raccolta delle offerte non sarà durante la celebrazione, come solitamente avviene, ma attraverso le cassette poste in chiesa;
  • anche per la distribuzione della comunione il sacerdote, il diacono e l’accolito indossino la mascherina e i guanti, i fedeli stiano distanziati. Non è utile né opportuno usare strumenti come pinze o pinzette per la distribuzione dell’Eucaristia. Potrebbe essere utile invitare i fedeli che si dispongono per la comunione a stare in piedi e gli altri a sedersi. A questo proposito, nelle chiese il sacerdote si potrà recare tra i banchi, che dovranno essere distanziati per permettere il passaggio; oppure, se i fedeli sono pochi, faranno la comunione uscendo banco dopo banco, mantenendo la distanza di un metro e recandosi davanti all’altare;
  • sarebbe utile per i fedeli avere un cartello in fondo alla chiesa con gli orari delle Messe che si celebrano nella Forania;
  • il numero delle celebrazioni fa riferimento al calendario parrocchiale già consolidato e rimane invariato; se ci fossero casi straordinari, bisogna chiedere l’autorizzazione all’Ordinario diocesano;
  • assicurare la pulizia dei banchi con detergente o alcol almeno ogni due giorni e comunque al termine della messa, con l’attenzione – per i banchi che sono di valore storico-culturale – di non usare detergenti che possano rovinare il bene;
  • evitare, in questo periodo, i foglietti per seguire la Messa e i libretti dei canti nei banchi;
  • l’areazione della chiesa sia più frequente, lasciando aperte anche le porte in fondo;
  • è consentita la presenza dell’organista per l’animazione del canto, ma senza il coro;
  • predisporre l’aiuto di volontari (che siano adatti al ministero della soglia) per la pulizia e l’accoglienza delle persone che entrano in chiesa, soprattutto la domenica, per ricordare le regole sanitarie e assicurare il rispetto del numero massimo di ingressi;
  • i cartelli alle porte della Chiesa, predisposti dalla Diocesi, aiuteranno a ricordare le regole ai fedeli e a tutelarci da eventuali inadempienze.

Comunione ai malati e agli anziani

In questo tempo nuovo sarà compito personale dei Parroci curare, particolarmente la comunione ai malati e agli anziani, con le dovute precauzioni sanitarie, anche per il sacramento dell’Unzione degli infermi.

Per gli anziani e gli ammalati, compresi coloro che vivono ancora una situazione di incertezza e paura, vale ancora la dispensa dal precetto festivo.

Celebrazione del matrimonio

Qualora avvenisse in questo tempo, la celebrazione dovrà avere un numero di partecipanti nel rispetto del distanziamento e delle regole secondo la capienza della chiesa.

Celebrazione delle esequie

La celebrazione delle esequie sarà possibile, tenendo presente la capienza della chiesa nel rispetto del distanziamento sociale, l’uso dei guanti e delle mascherine, secondo il Protocollo.

Celebrazione del Sacramento della Penitenza

È utile che il Sacramento della Penitenza sia amministrato in luoghi ampi e areati, con il distanziamento di un metro e la dovuta riservatezza, indossando – sia sacerdoti che fedeli – la mascherina.

Celebrazione del Battesimo

Per questo tempo che è ancora straordinario, senza venir meno al valore della celebrazione comunitaria dei battesimi, è possibile celebrare il Sacramento, singolarmente e al di fuori della messa, sempre nel rispetto di tutte le norme citate.

Celebrazione delle Prime comunioni

La celebrazione delle messe di Prima comunione, non citate nel Protocollo, rientrano nelle disposizioni della celebrazione eucaristica e quindi ammettendo poche persone, distanziate e con mascherine.

Tenendo presente queste limitazioni, in attesa di nuove Disposizioni, le celebrazioni sono sospese; soprattutto perché non è stato possibile seguire l’itinerario di preparazione e formazione, che per noi rimane primario.

Lo stesso vale anche per il catechismo e gli altri cammini di formazione.

Benedizione alle famiglie

È opportuno che la benedizione alle famiglie rimanga sospesa fino a nuove disposizioni.

Estate dei ragazzi

Fare riferimento al Progetto “Aperti per ferie”, già inviato dal responsabile della Pastorale Giovanile, cercando di sostenere e accompagnare le famiglie nel tempo estivo.

Feste religiose

Non essendoci le condizioni, le feste religiose per il momento sono sospese in attesa di nuove Disposizioni. È importante evitare anche di sostituirle con segni che, a volte, rasentano il ridicolo.

Queste Indicazioni valgono fino a nuova comunicazione.

 

Nel concludere questa Nota, che puntualmente vuole accompagnarci in questo nuovo inizio, mi piace ricordare che il 18 maggio, giorno in cui riprendiamo a celebrare con il popolo, San Giovanni Paolo II avrebbe compiuto 100 anni, essendo nato in Polonia, a Wadowice, il 18 maggio 1920.

Egli oggi, affacciato alla finestra del cielo, continua ad incoraggiarci e a benedirci, mentre ci ripete, come all’inizio del suo servizio petrino: Non abbiate paura!