“Un tempo nuovo di vita ecclesiale”: mons. Perego scrive ai sacerdoti

“Un tempo nuovo di vita ecclesiale”: mons. Perego scrive ai sacerdoti

Indicazioni per la ripresa delle Messe col popolo e per la nuova fase

“Cari confratelli, lunedì 18 maggio inizia un tempo nuovo, non solo per la vita sociale delle nostre città e dei paesi, ma anche per le nostre comunità parrocchiali. (…) Il tempo nuovo che inizia – prosegue – non vede scomparire la paura e la realtà del contagio, neppure vede già una cura, ma solo una diminuzione dei contagi e una più consapevole conoscenza, insieme a diffusi strumenti di distanziamento sociale e di tutela, sia della salute che della vita.

E in questo nuovo tempo le nostre libertà, anche la libertà religiosa, precedentemente limitate in coscienza e in obbedienza alle leggi per tutelare la salute e la vita delle persone, possono essere esercitate, ma con il rispetto di alcune norme comuni, mantenendo la stessa prudenza, obbedienza e responsabilità”.

Inizia così la Letttera dell’Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego ai sacerdoti di Ferrara-Comacchio, in vista della ripresa delle Messe col popolo e della prossima fase dell’emergenza.

Nel testo seguono, quindi, le regole per le celebrazioni e la preparazione della chiesa, alcune da disposizioni già indicate, altre invece nuove, definite nel recente “Protocollo circa la ripresa delle celebrazioni con il popolo”, stilato in collaborazione tra la CEI, il Comitato tecnico-scientifico e il Governo.

Mons. Perego, poi, dà altre importanti indicazioni riguardanti la comunione ai malati e agli anziani, la preparazione e la celebrazione del matrimonio, la celebrazione delle esequie, la celebrazione del Sacramento della Penitenza, il catechismo, la benedizione alle famiglie e l’estate dei ragazzi.

Fraternità e carità: tre Fondi straordinari per parrocchie, lavoro e Caritas

Nella seconda parte della Lettera, l’Arcivescovo riflette sull’importanza come non mai in questo periodo di crisi, dell’ascolto e della condivisione fraterna: “questo tempo nuovo chiede anche un ascolto e confronto reciproco, e una sorta di riordino delle nostre attività e della loro importanza, con una scelta fraterna di condivisione, con uno sguardo attento a chi è più in difficoltà: chi ha perso un familiare, chi ancora è malato, gli anziani, le famiglie con i figli, chi ha perso il lavoro, chi è caduto in povertà e difficoltà economiche. L’ascolto reciproco, tra sacerdoti della parrocchia e dell’unità pastorale, nei vicariati è un primo gesto importante. Un ascolto che rilegga questi due mesi che abbiamo vissuto”. A tal proposito, Mons. Perego propone una scheda preparata, sulla base di alcune riflessioni a partire dal ‘Credo’, condivise dall’Arcivescovo don Erio Castellucci.

In una situazione di limite com’è l’attuale, l’Arcivescovo riflette su come “il ritorno alla celebrazione eucaristica con la partecipazione dei fedeli chiede, come primo passo importante, di sensibilizzare al volto e alla realtà della Chiesa come fraternità, dove non ci sono primi e ultimi, ma figli; dove le risorse siano non solo distribuite equamente, ma corrispondano ad ‘amare di più chi ha bisogno di essere amato di più, e non lasciare fuori questi o quelli dal nostro amore’ (don Primo Mazzolari).

Questo ci deve rendere vigili sull’utilizzo delle risorse, attraverso una conoscenza approfondita delle situazioni di povertà, delle risorse già presenti o meno. Il nuovo volto dei poveri che ci fa incontrare questo nostro tempo ci chiede uno scatto di condivisione fraterna, non solo sul piano della condivisione di risorse – ne approfitto per ringraziarvi: l’invito a un gesto di autotassazione di ciascuno di noi è stato raccolto da molti presbiteri e ha portato a raccogliere già 16.500 euro, con i quali abbiamo dato un contributo di 10.000 euro all’Arcispedale S. Anna di Cona e i restanti entreranno nel Fondo lavoro – ma anche sul piano di uno stile di Chiesa, a cui tende anche l’unità pastorale, in cui si cerca anche una comunione di beni tra parrocchie, nell’unità pastorale e nel vicariato, attorno a delle difficoltà delle famiglie, delle nostre scuole, delle parrocchie e un’attenzione preferenziale per i più poveri”.

A questo proposito sono stati realizzati, con i fondi straordinari della CEI, tre Fondi.

Il primo è il Fondo per la Diocesi e le parrocchie, con una dotazione pari a 300.000 euro, che andrà a sostenere le situazioni e le difficoltà economiche diocesane e parrocchiali dovute ai mancati ingressi e alla mancanza di un fondo patrimoniale che possa far fronte alle spese ordinarie (assicurazione, luce, acqua, gas…).

Il secondo è il Fondo diocesano per il lavoro, con una dotazione attuale pari a 200.000 euro, che favorirà borse lavoro o contributi alle imprese per assunzione di disoccupati. Saranno valutati anche contributi o prestiti senza interessi alle imprese.

Il terzo è il Fondo Caritas diocesana e parrocchiali, pari a 150.000 euro, che andrà incontro all’aiuto economico-assistenziale delle famiglie in difficoltà nel territorio diocesano (bollette, spesa alimentare, spesa sanitaria, spesa scolastica…), valutando anche la situazione alla luce dei contributi comunali e statale. Il fondo è gestito dal Direttore della Caritas diocesana.