Venerdì Santo. Mons. Angiuli: “salite con me sul Calvario dove l’Amore trionfa”

Venerdì Santo. Mons. Angiuli: “salite con me sul Calvario dove l’Amore trionfa”

Cari amici, vi ringrazio della vostra presenza anche questa sera accanto alla mia persona. Non mi resta molto tempo da vivere. Sto per lasciarvi. Come un buon padre di famiglia al termine della vita, desiderio consegnarvi le mie ultime volontà.
Oggi, Venerdì, è il primo dei tre giorni santi. Mentre vi parlo, mi viene in mente quando a Gerusalemme ho percorso la via dolorosa e mi sono incamminato verso il Calvario. Abbiamo attraversato piazze e strade affollate di persone, intente a
curare i propri affari e disinteressati al mio dolore. Accade anche oggi? C’è ancora fede nelle vostre famiglie e nelle vostre città? In verità, a Gerusalemme alcuni curiosavano distrattamente per capire cosa stesse accadendo, altri si sono affacciati
dalle finestre e dai balconi delle loro case, e poi sono tornati a svolgere le loro faccende personali e familiari. Quanto avevano visto non sembrava un spettacolo meritevole di attenzione. Ero un condannato a morte, come tanti altri.
Voi, invece, pur stando nelle vostre case, morite dalla voglia di prendere parte al sacro rito attraverso le televisioni e i social. Ieri, avete seguito con grande attenzione la Messa in Coena Domini. Ora la situazione si fa più incalzante, più assillante e più triste. Differisce molto da quella che aleggiava nel Cenacolo. Lì, c’era tutta un’altra atmosfera.
Ho lasciato il Cenacolo, e ho intrapreso il faticoso viaggio verso l’ultima meta. Bisogna salire sul monte e arrivare fino al “luogo del cranio”. Il nome è già un simbolo di morte e dà conto del radicale cambiamento della situazione. Si avverte nell’aria una certa malinconia. In questi giorni, vi ho ripetuto le sette parole che ho pronunciato dalla croce.
Le avete meditate con grande attenzione. Continuate a farlo, magari ascoltandole nella toccante composizione di J. Haydn o, in alternativa, riscoprite i “canti della via crucis” di Padre Serafino Marinosci, composti sui testi di Pietro Metastasio o, infine, appassionatevi a gustare l’insuperabile “Passione secondo San Matteo” di Bach.
Giovanni, il mio discepolo amato, ha narrato la mia passione in modo stupefacente. Meraviglia anche me! L’avete nuovamente ascoltata. Rispetta sostanzialmente l’articolazione delle scene e la modalità dello svolgimento dei fatti.

Con queste parole, mons. Vito Angiuli, vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, ha iniziato l’omelia del Venerdì Santo.
In allegato il testo integrale.